DIBATTITO PUBBLICO A MESTRE (VE)
SABATO 30 GEN. H. 15.30, CENTRO CANDIANI 1° PIANO
Partecipano_ Comitati No Trident (Napoli), Donne in rete per la pace, Donne No Dal Molin (Vicenza), Collettivo Pax Christi (Marghera), Comitati No Muos (Sicilia), Il cuneo rosso (rivista)
Organizza_ Comitato permanente contro le guerre e il razzismo – Piazzale Radaelli 3, Marghera comitato.permanente@gmail.com
Nessuno pensa alla guerra, alle bombe lanciate sulle case e sui luoghi di lavoro, alle carneficine di uomini, donne e bambini che avvengono ogni giorno in Medio Oriente. E in questi anni ben pochi hanno pensato alle decennali guerre scatenate dall’Occidente nei quattro angoli del globo quando hanno visto arrivare nelle loro città centinaia e migliaia di profughi. Alla guerra, qui in Italia e in Europa, non si riesce a pensare neanche quando si sentono rombare i motori dei caccia, carichi di morte, partiti dalle basi militari dietro casa. Alla guerra si è pensato solo quando a Parigi, il 13 novembre, un gruppo di jihadisti ha sparato nel mucchio. Solo allora i ‘nostri’ governanti hanno urlato scandalizzati: “Siamo in guerra”.
Hollande sostiene che la Francia è in guerra, ed è così. Ma lo è da prima degli attentati di Parigi, almeno dal 27 settembre, quando sono partiti i primi attacchi aerei contro la Siria. Anzi: lo è già dal secolo scorso, quando per decenni ha devastato l’Algeria, e poi ha bombardato l’Iraq, la Jugoslavia, la Costa d’Avorio e … l’elenco sarebbe troppo lungo.
E non è solo una questione francese. Tutto l’Occidente è impegnato in questa nobile azione. Certo: gli Stati Uniti hanno il primato indiscusso, ma dall’Italia al Canada, dalla Spagna alla Germania, nessuno manca al suo ‘dovere’, di seminare morte e distruzione. L’Italia, ad esempio, partecipa attualmente a 40 operazioni belliche nel mondo, dal Mediterraneo, al Medio Oriente, all’Africa, all’Asia, con circa 10.000 militari, senza contare i ‘contractors’ delle imprese private …
Perché avviene tutto ciò? Perché da più di venti anni si tagliano i fondi per la scuola, le pensioni, la sanità, l’assistenza ai disabili, mentre i fondi per la guerra si trovano sempre? Chi beneficia delle spese militari e di questa produzione di morte? I comuni cittadini, i lavoratori, i giovani? Quali effetti stanno producendo queste guerre a catena, questa “guerra infinita” condotta dai ‘nostri’ stati e dai ‘nostri’ governi contro altri popoli, soprattutto contro i popoli arabi e islamici?
E c’è un legame tra queste guerre e la crisi? Tra queste guerre e il generale peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro qui, la disoccupazione e la precarietà che crescono? Non è forse in atto anche qui una guerra sociale strisciante dei poteri forti capitalistici contro chi vive del proprio lavoro e non ha santi in paradiso? Chi poteva immaginare che anche in Europa i tassi di disoccupazione giovanile sarebbero saliti alle stelle, o che in paesi come la Grecia sarebbe ricomparsa la mortalità e la malnutrizione infantile?
Davanti ad avvenimenti come questi non possiamo restare indifferenti, e neppure neutrali, perché è in gioco la nostra esistenza, al presente e nel futuro. Questa corsa verso la guerra, verso nuove e sempre più devastanti guerre, verso una nuova, terribile, guerra mondiale, che secondo alcuni è già iniziata, si può e si deve fermare! Con quali forze? con quali mezzi? Che cosa ha cominciato a muoversi in questa direzione?
Troviamoci per discuterne insieme con chi ha già preso negli anni e nei mesi scorsi, a Vicenza, a Napoli, a Marghera, in Sicilia, delle iniziative di lotta in questo senso.
Basta così poco per vivere dignitosamente, è sufficiente che la folla sfruttata si svegliasse dallo stato “di ibernazione “e comprendesse che fino a quando esisteranno padroni sfruttatori che si arricchiscono sulle fatiche altrui, esisterà la povertà e la miseria.E l’ora di smettere di chiederci perché non c’é lavoro. Chiediamoci perché fanno in modo che non ci sia lavoro. Chiediamoci perché fanno fare straordinari e flessibilità a chi un lavoro lo ha già e preferiscono lasciare disoccupate milioni di persone, dove sarebbe molto più sensato dimezzare le ore di lavoro al giorno, dando così lavoro a tutti .Fra poco torna la primavera ,credo che e tempo di svegliarsi dal “letargo “
!La precarizzazione del lavoro aumenta a grande velocità, così come le disuguaglianze e le discriminazioni.
Lavoratori italiani, europei e immigrati: respingiamo i politicanti che seminano divisione e odio per dividerci e sfruttarci !
TUTTI UNITI PER LA PACE E CONTRO LA GUERRA !
L’impegno per la pace significa anche organizzare la mobilitazione di tutti per fermare le tante guerre dimenticate in Asia, Africa e America Latina, che negano diritti e libertà a tanti popoli e distruggono milioni di vite. Per affermare diversi rapporti tra Nord e Sud nel mondo sulla base di criteri di giustizia sociale e redistribuzione globale delle ricchezze .
– Dobbiamo lottare per la cancellazione delle missioni militari italiane estere nel quadro di un vasto piano di taglio delle spese militari e di riconversione dell’apparato industriale,
– dobbiamo lottare contro i rischi della guerra e il coinvolgimento dell’Italia in politiche di guerra, la crisi economica, la sfida competitiva tra aree e paesi, accentua i rischi di guerra e in particolare l’imperialismo delle grandi potenze occidentali alimenta tensione nel mondo per la competizione con i paesi emergenti.
-dobbiamo lottare contro le minacce e i ricatti del FMI, delle multinazionali e dei governi occidentali, perché la lotta per la pace è lotta contro l’ingiustizia sociale e contro ogni forma di imperialismo.
APELLO :
Lavoratori italiani, europei e immigrati: respingiamo i politicanti che seminano divisione e odio per dividerci e sfruttarci ! Perché non pensare a una manifestazione nazionale ,mobilitiamoci tutti, uniamoci al di là di ideologie o credi.
Tutti insieme perché vinca la vita!