5 portuali del CALP di Genova indagati per l’attività contro la guerra nello Yemen

Dopo tre anni di iniziative al porto di Genova, per contrastare il transito di carri armati, missili ed esplosivi funzionali al conflitto nello Yemen e diretti verso altri teatri di guerra, cinque esponenti del Collettivo autonomo dei lavoratori portuali sono indagati dalla Procura di Genova.

La notizia del fascicolo è emersa lo scorso 24 febbraio, a seguito delle perquisizioni a tappeto su mezzi, abitazioni e luoghi di lavoro degli indagati, con sequestro di telefoni e computer non solo dei lavoratori coinvolti, ma anche dei loro familiari conviventi, figli compresi. “Uno sforzo sproporzionato volto a reprimere, più che a cercare prove di un’ipotesi di associazione a delinquere palesemente campata in aria” – si sfogano i componenti del gruppo che ieri mattina ha voluto convocare una conferenza stampa per chiarire la sua posizione.

Secondo il collettivo “la reale intenzione è quella di mettere a tacere la conflittualità sindacale e la lotta che stiamo portando avanti per la sicurezza sul lavoro e contro il traffico di armi nel porto”.

Qui l’articolo completo del Fatto quotidiano.

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