Parlando con franchezza, come è indispensabile, l’8 marzo del 2022 (in Italia) non passerà alla storia come un momento alto della lotta all’oppressione, allo sfruttamento, alla violenza sulle donne, né della mobilitazione contro la guerra in Ucraina e la catena di guerre in gestazione. Tuttavia, pur nella bassa tensione del momento, ci sono stati egualmente dei momenti significativi – di cui diamo qui documentazione pubblicando il comunicato del SI Cobas nazionale e gli interventi a Milano e a Genova di due compagne del Comitato 23 settembre. Merito a chi era in campo.
UN 8 MARZO DI LOTTA PER l’EMANCIPAZIONE DELLE DONNE, CONTRO LA GUERRA E CONTRO TUTTI I FRONTI IMPERIALISMI, E PER IL RILANCIO DEL MOVIMENTO DI CLASSE (Si-Cobas)
Oggi 8 Marzo, sciopero generale, contro oppressione di genere, guerra e caro-vita.
Da Milano a Bologna, da Genova a Firenze, da Roma a Napoli abbiamo scioperato e manifestato in migliaia, dando vita a numerose iniziative di lotta: dal presidio alla sede della Leonardo S.P.A. per riaffermare la nostra opposizione alla guerra e al ruolo dell’industria bellica nostrana, alle numerose azioni dentro e fuori i consultori, ai presidi presso le aziende che sfruttano e opprimono le lavoratrici fino alle Prefetture.
A Milano, dove il corteo è stato partecipatissimo grazie alla partecipazione dei Cobas provenienti da Brescia, Pavia, Piacenza e Novara, si è ottenuto un incontro per ribadire, insieme al Fronte della Gioventù Comunista – FGC , al Comitato 23 Settembre e alle lavoratrici immigrate dai luoghi del conflitto in Ucraina, le nostre posizioni di classe sul tema femminile e sulla guerra.
Anche a Bologna, Genova e Roma abbiamo manifestato al fianco del movimento femminista, contro ogni interesse borghese nella guerra, a cominciare dal nostro governo, contro cui lottiamo per difendere i nostri interessi di classe su scala internazionale e quindi rifiutando ogni logica interventista in chiave europea o Nato, fraternizzando con il popolo ucraino ma contro il governo reazionario di Kiev, e solidarizzando con chi in Russia si oppone a Putin nelle piazze e nei luoghi di lavoro.
Abbiamo manifestato per dire basta alle discriminazioni di genere, nella società e nei luoghi di lavoro (basti pensare alla perdita di posti di lavoro negli ultimi due anni di pandemia soprattutto a discapito delle donne lavoratrici e alla differenza salariale), all’oppressione delle donne e al patriarcato, e per mettere in evidenza il nesso che lega l’oppressione di genere, la guerra imperialista e il carovita che in queste settimane sta riducendo alla fame i proletari.
Una battaglia che non si esaurisce all’8 marzo, ma proseguirà nelle prossime settimane con assemblee ed iniziative contro la guerra e contro lo sfruttamento, nella prospettiva della costruzione in tempi brevi di un nuovo, grande sciopero generale.
Avanti SI Cobas!
Comitato 23 settembre
Il nostro intervento a Milano
Il nostro intervento a Genova