I fatti a cui ci si riferisce il primo comunicato sono di ieri, 21 dicembre. A seguire il comunicato di oggi, 22 dicembre (Red.)
TAGLIARE LA GUERRA, NON IL REDDITO!
NATALE PER TUTTI O PER NESSUNO.
UN ALTRA GRANDE GIORNATA!
CENTINAIA DI DISOCCUPATI IN PIAZZA A NAPOLI!
Dopo il caos e i tafferugli dell’altro ieri, altro corteo spontaneo a Napoli, una grande risposta dopo un assemblea enorme nel centro storico del movimento dei disoccupati rispetto la vertenza.
Il movimento ha però ribadito che la nostra lotta è inserita nel corso catastrofico di questo sistema capitalistico.
In queste ore un infame emendamento della finanziaria aggredisce ancora di più e definitivamente la già limitata misura del reddito di cittadinanza addirittura eliminando la clausola della congruità dell’offerta lavorativa ai percettori mentre si continuano ad aumentare le spese militari con ulteriori fondi stanziati per le armi in Ucraina, la difesa dei profitti dei padroni.
Il corteo è arrivato fino a Piazza Municipio.
Fuori dalla Questura uno striscione contro il 41Bis dove Alfredo continua il suo sciopero della fame contro l’infame rigetto del ricorso.
Alla testa lo striscione recitava “Tagliamo la guerra non il reddito, Natale per tutti o per nessuno”, mentre un invito ai lavoratori e lavoratrici “Il nemico è in casa nostra. Classe Operaia alza la testa!” contro la propaganda di guerra, l’arruolamento e il veleno nazionalista. Tutti messi sull’albero di Natale del Comune di Napoli a Municipio.
Sono state date tutte le informazioni della vertenza e indicate le prossime giornate di lotta.
LAVORO O NON LAVORO: DOBBIAMO CAMPARE!
LA SOLUZIONE SIAMO NOI!
Possiamo continuare a pensare che nulla cambierà e proseguire verso il baratro, possiamo continuare a delegare ad altri il nostro destino sempre più legato ad una vita precaria e non dignitosa, possiamo continuare a vivere nella giungla del più forte facendoci la guerra tra poveri.
Oppure possiamo alzare la testa ed organizzarci, rifiutando l’idea di accettare un mondo dove la concorrenza tra potenze capitalistiche ci conduce sempre più alla guerra, all’economia di guerra, al disastro ambientale, allo sfruttamento della forza lavoro, alla disoccupazione, alla barbarie sociale dove domina il “si salvi chi può”.
Noi dobbiamo salvarci insieme e costruire un sistema dove si possa produrre ciò che serve davvero ai bisogni sociali, dove la produzione ed il lavoro siano legati alle reali necessità della stragrande maggioranza che produce la ricchezza che finisce nelle tasche di pochi.
La nostra lotta è una vertenza che rappresenta un piccolo pezzo della storia della lotta di classe. Una lotta di classe che per ora stanno conducendo solo dall’alto verso il basso, i padroni contro di noi.
Noi lottiamo per un salario garantito legato ai lavori davvero utili alla società, nel farlo non ci limitiamo all’aspetto economico della nostra vertenza che continuiamo a condurre con forza, rabbia e la determinazione di sempre.
Leghiamo la nostra lotta a quella di tutti gli altri, capendo che anche un eventuale piccolo traguardo verrebbe spazzato via senza una forza organizzata che vada ben oltre la nostra forza.
Nelle ore in cui montagne di risorse economiche sono destinate ad altri pacchetti di armi in Ucraina, ad altre spese militari, alla garanzia degli interessi dei monopoli capitalistici, alla pancia di piccola e media borghesia, abbiamo il dovere di dire a gran voce che il “nemico è in casa nostra”.
L’assemblea di ieri del movimento dei disoccupati ha provato a trasmettere a tutti questo.
Ci impegneremo, proseguendo senza sosta la lotta per strappare risultati concreti per centinaia di disoccupati nella loro vertenza, a portare avanti con questa lotta il seme di una nuova società.
Vogliamo il pane e le rose!