Diciamolo subito: la logica di questo articolo (la riduzione dei fondi alla polizia) non è la nostra. Ma l’articolo fornisce elementi molto utili per comprendere cosa sta accadendo in questa materia – la violenza omicida classista e razzista della polizia amerikana – sotto l’amministrazione Biden, che pure aveva in qualche misura occhieggiato al grande movimento di lotta nero e multirazziale dell’estate 2020, Black Lives Matter. “Business as usual”, tutto come prima, anzi: più di prima (sotto l’amministrazione Trump). Come, del resto, in materia di persecuzione contro gli immigrati privi di documenti o desiderosi di entrare negli Stati Uniti.
Per i milioni di giovani e meno giovani degli Stati Uniti protagonisti di BLM o partecipanti ad esso, una importante lezione. Non è con il voto che si spazzerà via la violenza di stato e quella privata dalla società statunitense in evidente processo di decomposizione (ad oggi, 24 gennaio 2023, oltre 40 sparatorie ‘di massa’ con morti e feriti dall’inizio dell’anno…), né le sue altre innumerevoli patologie sociali. Non è questione di spostamento di fondi, di rettifica dei bilanci federali o locali, ma di un sistema sociale produttore di violenza e di morte su scala inesorabilmente crescente, che ha fatto il suo tempo e va rovesciato.
Per chi guarda da fuori degli Stati Uniti, una ragione in più per respingere al mittente la demagogia dei portatori di libertà e di diritti nel mondo intero a suon di B-52, missili Sea Sparrow, veicoli Bradley, portaerei e quant’altro. Quale che sia il potere del dollaro (declinante anch’esso, peraltro), la perdita di attrattiva del “modello amerikano” nel mondo è definitiva. (Red.)
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Il 2022 è stato l’anno più letale mai registrato negli Stati Uniti per quanto riguarda i decessi per mano delle forze dell’ordine. Secondo il database delle sparatorie della polizia del Washington Post, l’anno scorso le forze dell’ordine hanno ucciso 1.096 persone. L’anno precedente ci sono stati 1.048 morti per mano della polizia, 1.019 l’anno prima, 997 l’anno prima ancora e così via.
E’ molto probabile che questi numeri siano sottostimati. Secondo Abdul Nasser Rad, direttore generale della ricerca e dei dati di Campaign Zero, che gestisce Mapping Police Violence, il Washington Post “enumera solo gli incidenti in cui un agente di polizia scarica la propria arma da fuoco e la vittima viene uccisa”. Ciò significa che, per esempio, non vengono conteggiati eventi come l’uccisione di Eric Garner a New York nel 2014 e l’uccisione di George Floyd in Minnesota nel 2020, poiché entrambi i decessi sono avvenuti per asfissia.
Al contrario, Mapping Police Violence include qualsiasi azione compiuta da un agente delle forze dell’ordine che si traduca in un evento fatale. Ad esempio, il progetto di Rad ha concluso che la polizia ha ucciso 1.158 persone nel 2021, contro le 1.048 del Post (i risultati finali per il 2022 non sono ancora disponibili).
Il numero delle vittime per mano della polizia è in aumento
Esistono altri database sulla violenza della polizia, come Fatal Encounters, gestito dalla University of Southern California, che hanno criteri propri per il conteggio degli omicidi legati alla polizia. Questi progetti tracciano la violenza della polizia perché il governo federale si rifiuta di farlo, nonostante una legge del 1994 imponga al Dipartimento di Giustizia di tenere i relativi registri. Inoltre, è provato che i rapporti distorti dei medici legali e dei coroner [magistrati che si occupano di morti sospette] nei singoli casi contribuiscono in modo significativo a coprire la reale portata della violenza della polizia.
Il risultato è che, nonostante l’enorme attenzione pubblica sulla violenza della polizia dal 2020, ogni anno i poliziotti uccidono sempre più persone. Possiamo aspettarci che il 2023 sia ancora più letale se la tendenza di questi anni continua.
Un’altra chiara conclusione è che la violenza della polizia si concentra drammaticamente sulle comunità di colore. Secondo il Washington Post, i neri americani “vengono uccisi dalla polizia a un tasso più che doppio rispetto ai bianchi”, mentre Mapping Police Violence rileva che “i neri hanno una probabilità 2,9 volte maggiore di essere uccisi dalla polizia rispetto ai bianchi negli Stati Uniti”. Le uccisioni di latinos e di indigeni da parte della polizia sono altrettanto sproporzionate.
Ricordiamo che all’indomani dell’omicidio di Floyd, avvenuto nel 2020 per mano dell’agente Derek Chauvin, gli attivisti hanno chiesto una riduzione di fondi per la polizia. L’ipotesi ben documentata alla base di tale richiesta era che i dipartimenti di polizia, generosamente finanziati, usassero le loro risorse per uccidere le persone, in particolare i poveri di colore, per le cui necessità e i cui bisogni non venivano invece stanziati fondi.
Rad spiega che le uccisioni sproporzionate di persone di colore da parte della polizia sono “dovute al disinvestimento storico e al modo in cui lo Stato americano ha usato risposte punitive e carcerarie ai problemi sociali, in particolare alle comunità nere e brune”. Pertanto, l’unica conclusione giusta è dirottare le entrate fiscali dall’alimentazione della morte all’alimentazione della vita.
Invece di far abbracciare ai governi delle città l’idea di dirottare i fondi dalla polizia omicida, i media e i politici hanno provocato un contraccolpo reazionario. Il presidente Joe Biden, in un chiaro segno di rivalsa nei confronti del movimento che chiedeva di ridurre i fondi per la polizia, ha promesso di finanziare la polizia e ha persino pregato i governi locali di utilizzare i fondi federali per rafforzare i loro dipartimenti di polizia nel 2022.
A Minneapolis, che è diventata il centro dell’attenzione internazionale sulla scia dell’omicidio di Floyd, gli avvocati Doug Seaton e James Dickey hanno affermato, in un articolo intitolato “Minneapolis Needs a Fully-Funded Police Department” (Minneapolis ha bisogno di un dipartimento di polizia completamente finanziato), che “i più vulnerabili della città… hanno sofferto per” la richiesta di ridurre i fondi alla polizia. Si potrebbe concludere che la polizia di Minneapolis stia lottando per ottenere finanziamenti, ma in realtà più di un terzo dell’intero bilancio generale della città viene versato nelle casse della polizia. Eamon Whalen, di Mother Jones, ha giustamente concluso che “La polizia sta derubando Minneapolis”.
Secondo Rad, “nel 2022 i finanziamenti alle forze dell’ordine hanno continuato ad aumentare in tutte le città degli Stati Uniti”. E aggiunge: “Il racconto dei media in realtà non corrisponde a quello che sta accadendo”.
Maggiori fondi per la polizia = minore sicurezza pubblica
Dare più soldi alla polizia si traduce in una maggiore sicurezza pubblica, come sostengono Seaton e Dickey e come ipotizza Biden? Uno studio recente, che ha analizzato i finanziamenti di centinaia di dipartimenti di polizia nell’arco di quasi tre decenni, ha concluso che “è probabile che una nuova crescita del bilancio della polizia faccia una cosa sola: aumentare gli arresti per reati minori”.
Uno degli autori dello studio, Brenden Beck, professore di sociologia presso l’Università del Colorado Denver, scrivendo su Slate a proposito dei risultati del suo team, ha affermato: “La tendenza [emersa nella ricerca] era chiara: quando le città diminuivano le dimensioni dei loro dipartimenti di polizia, vedevano meno arresti per reati minori e quando li aumentavano, ne vedevano di più”.
Secondo Beck, “l’applicazione dei reati minori si concentra nei quartieri poveri e nelle comunità di colore”; “una cosa… [l’aumento dei fondi per la polizia] è probabile che faccia, anche se abbinato alla polizia di comunità, è generare più arresti per reati minori. Arresti che colpiranno in modo sproporzionato i poveri e i neri”.
È durante questi arresti che la polizia tende a uccidere persone nere e marroni. Le città che hanno adottato misure specifiche per ridurre gli arresti per reati minori hanno registrato una diminuzione delle uccisioni da parte della polizia, secondo lo scienziato dei dati e cofondatore di Campaign Zero Samuel Sinyangwe. Ha anche concluso che i tassi di criminalità in quelle città non sono aumentati.
Ci sono così tanti dati che confermano il fatto che più fondi per la polizia significano più violenza e più morti per mano della polizia. Eppure, i dipartimenti di polizia continuano a essere pieni di soldi.
Come possiamo accettare che la polizia continui a uccidere sempre più persone ogni anno?
Non tutti accettano questo status quo mortale. Nonostante il contraccolpo, gli abolizionisti della polizia continuano a organizzarsi. Hanno creato un potente strumento internet, DefundPolice.org, per aiutare le comunità a mettere in prospettiva le spese della polizia e a ripensare i bilanci delle loro città. Il sito include un video tutorial dettagliato su come utilizzare strumenti come il “calcolatore di bilancio popolare”.
A Los Angeles, il cui bilancio della polizia riceve massicce iniezioni di denaro da fondazioni private oltre a generosi finanziamenti pubblici, gli attivisti hanno utilizzato l’idea di un “bilancio popolare” per “reimmaginare la sicurezza pubblica”. I critici più accesi dei finanziamenti alla polizia, come Eunisses Hernandez e Kenneth Mejia, hanno vinto le elezioni di potenti cariche locali.
Non è sufficiente denunciare la polizia quando uccide le persone. Non basta marciare per le strade o scrivere articoli. La polizia continuerà a uccidere impunemente altre persone ogni anno e la sua violenza sarà alimentata da potenti alleati. Se vogliamo vedere una significativa inversione di tendenza rispetto alla spietata marcia della polizia, dobbiamo puntare sui bisogni delle persone, non sulle azioni mortali della polizia.
Sonali Kolhatkar è fondatrice, conduttrice e produttrice esecutiva di “Rising Up With Sonali”, un programma televisivo e radiofonico che va in onda su Free Speech TV e sulle stazioni Pacifica. Il suo libro di prossima pubblicazione è Rising Up: The Power of Narrative in Pursuing Racial Justice (City Lights Books, 2023).