Ultime da Napoli. “Potremmo parlare di…, ma preferiamo parlare di altro. Pochi piagnistei, molta organizzazione” – Eddy Sorge, Movimento 7 novembre, Cantiere Scampia 167

Documentiamo qui gli ultimi sviluppi a Napoli del movimento di lotta dei disoccupati 7 Novembre e Cantiere Scampia 167, con un post di Eddy Sorge e due comunicati. La reazione di queste proletarie e di questi proletari e compagni davanti alla repressione statale e al comportamento infido delle istituzioni locali è, ancora una volta, esemplare. (Red.)

Eddy Sorge

Potremmo parlare delle manganellate in pieno volto a donne e uomini, qualcuno rischiando di perdere l’occhio, qualcun’altro di spezzarsi una mano.

Potremmo parlare delle minacce a chi è stato fermato, strattonato ed intimidito.

Potremmo parlare del fatto che dopo la seconda o terza carica della polizia, alcuni funzionari – mentre stavo interloquendo per raggiungere una quadra – in maniera vile hanno ben pensato di farmi accerchiare dalla celere e sostanzialmente massacrarmi.

Non ci sono riusciti grazie all’intervento dei compagni/e disoccupati/e.

Ma preferiamo parlare di altro. Perché non ci meravigliamo, non gridiamo allo scandalo: siamo consapevoli e coscienti della natura di classe dello Stato. Pochi piagnistei e molta organizzazione.

Anzi vogliamo parlare della resistenza e della legittima reazione dei disoccupati e disoccupate dinanzi all’ennesima infamia istituzionale. Perché mica si può sempre prenderle. Hanno innalzato il livello repressivo (in queste ore altre denunce) forse perché i disoccupati e le disoccupate in queste settimane hanno davvero messo in difficoltà la circolazione delle merci, la “quotidianità” della metropoli, le passeggiate dei turisti rovinando la città vetrina.

E, dato che conosciamo il vero volto dello Stato, quanto avvenuto ieri è la volontà di reprimere una lotta alla quale le Istituzioni, improvvisamente, hanno deciso di non dare continuità agli impegni assunti. Una lotta che da tempo, ma soprattutto negli ultimi anni, rappresenta un’anomalia proletaria. La mano di quei manganelli è politica.

Preferiamo parlare delle voci di chi è intervenuto oggi alla conferenza stampa con dignità e senso di classe. Fiero della propria lotta ma consapevole del contesto generale dentro il quale lottare: guerra imperialista, guerra interna sociale, inflazione, costi sociali scaricati sui salari e condizioni di vita e di lavoro, pensioni, servizi sociali e internazionalismo.

Oggi, a darmi forza, sono proprio i miei compagni di lotta. Una forza che ho ritrovato negli occhi di chi è intervenuto, nelle vene ingrossate, nelle parole pronunciate, nella straordinaria capacità di unire la lotta e la vertenza al piano più generale, nella denuncia contro i servi dello Stato ma prima ancora contro i veri capitalisti e politicanti.

Si percepiva tutta la dignità di classe. È qui che bisogna stare, qui bisogna alimentare lotta e organizzazione. Fare come in Francia significa anche e soprattutto questo.

Non so come andrà a finire. Ma una cosa è certa, non arretreremo di un millimetro. Fino alla vittoria!

PIÙ CI ATTACCATE PIÙ CI RAFFORZIAMO

La conferenza stampa di questa mattina si è trasformata in una grande assemblea pubblica di piazza in cui sono intervenuti tantissimi disoccupati/e, lavoratori e lavoratrici, compagni/e.

Dal movimento dei disoccupati organizzati di Napoli un messaggio chiaro che va ben oltre la vertenza per il salario ed il lavoro.

Un chiaro messaggio alle istituzioni responsabili di quanto sta avvenendo: gli impegni assunti vanno mantenuti senza se e senza ma, subito formazione ed inserimento al lavoro. Dall’inizio della prossima settimana si rilancia la mobilitazione e tutti sono chiamati ad esprimere fisicamente e materialmente la propria solidarietà. Il Comune di Napoli, la Prefettura di Napoli e gli altri enti si assumano le loro responsabilità.

Ma non solo i passaggi della vertenza: uno sguardo generale ed ampio soprattutto degli interventi dei disoccupati e delegati che evidenzia una grande consapevolezza raggiunta da chi sta scendendo in piazza.

Inflazione, inquinamento, pensioni, guerra esterna e guerra interna, sfruttamento, repressione, salari da fame, città vetrina e turistificazione, periferie e marginalità sociale, questione di genere e internazionalismo rispetto a quanto sta avvenendo in Francia.

Tanti elementi emersi dalle voci di chi lotta che dovrebbero far capire a molti che questa lotta è la lotta di tutte e tutti.

#Napoli#7nov#Lavoro#167s

DENUNCE ALLA VELOCITÀ DELLA LUCE

In queste ore sono in corso notifiche ai compagni/e del movimento per le iniziative di lotta della giornata del 15 Marzo quando abbiamo legittimamente rivendicato al Palazzo Reale, in Piazza Cavour e poi a Via Verdi la necessità di essere ricevuti per capire i motivi dei rinvii sugli impegni assunti dalle Istituzioni.

È incredibile come sia sempre repentina la risposta dello Stato quando si tratta di criminalizzare e denunciare la lotta dei disoccupati e come siano biblici i tempi invece per dare risposte concrete per il lavoro.

Ma mentre ci continuano a denunciare, mentre sono in corso processi al Tribunale come questa settimana, noi siamo ancora in piazza.

Infatti neanche il tempo della conferenza stampa sugli scontri di ieri e delle iniziative di lotta di queste settimane, oggi pomeriggio siamo riscesi a Piazza Municipio dove l’amministrazione comunale era presente all’evento ‘E figl so piezz e cor’. Abbiamo infatti portato le denunce al Vicesindaco che si è impegnata a ristabilire l’interlocuzione con il Sindaco.

Per quanto ci riguarda oggi abbiamo chiaramente detto che la responsabilità politica delle denunce è delle Istituzioni, tra cui il Comune di Napoli.

Rilanciamo dalla prossima settimana la lotta permanente.

LAVORO O NON LAVORO

DOBBIAMO CAMPARE!

Movimento 7 Novembre

Cantiere 167 Scampia

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