Registrazione del convegno “Il capitalismo delle catastrofi”, 10 aprile 2022

Siamo lieti di poter rendere disponibile la registrazione del convegno svoltosi il 20 aprile scorso sul tema “Il capitalismo delle catastrofi”. Esso e’ stato animato da organizzazioni di lotta sociale, sindacale e politica, e da ed esperti militanti come E. Burgio e R. Antunes; ha visto inoltre l’intervento di portavoce di organizzazioni dalla Germania e dalla Gran Bretagna. Per un inquadramento delle tematiche trattate nel convegno rinviamo a questo post. A convegno terminato, abbiamo poi pubblicato un sintetico, positivo bilancio. Per ascoltare dunque le registrazioni cliccare nell’immagine sottostante le parole del titolo “Il capitalismo delle catastrofi etc.” o seguire direttamente questo link.

Buon ascolto.

Ricordiamo infine che questo convegno fa seguito alla giornata di contro-informazione su cause e gestione capitalistica della pandemia SARS-COV 2 tenutasi ad aprile 2021, su cui rinviamo a questa selezione di interventi: Giornata di controinformazione, denuncia e lotta in difesa della salute e della vita: gli interventi di Rob Wallace, Ernesto Burgio, Luc Thibault, Visconte Grisi, Antonio Bove.

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Pandemie, guerre e… futuro – Ernesto Burgio

Pubblichiamo qui di seguito la traccia della relazione che Ernesto Burgio ha tenuto all’assemblea del 10 aprile. Ogni passaggio di questo denso intervento meriterebbe ulteriori discussioni che, in parte, ci sono state nel corso dell’assemblea e nel dopo-assembleaad esempio sul nesso sindemia/classi/razze o sul tema, per noi più problematico, dei poteri/strapoteri di Big Pharma. Su questioni di tale ampiezza e profondità è vitale continuare a confrontarsi senza paraocchi ‘ideologici’. Non mancheranno le occasioni. (Red.)

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1. Sarebbe estremamente difficile oggi valutare con un minimo di serenità e attendibilità la crisi – di dimensioni epocali e planetarie – che stiamo attraversando:

  • mi riferisco sia alla crisi politica (militare) ed economica, di cui non possiamo valutare e prevedere la portata e le conseguenze… che rischiano di essere drammatiche per la nostra vita e per l’intero pianeta
  • sia alla crisi sanitaria (pandemica) che non è detto sia risolta, e che ha le sue premesse in una crisi biologica (microbio-ecosistemica) veramente epocale (antropocene… allevamenti intensivi… ma anche laboratori/bio-sicurezza)

2. Entrambe le crisi, quella politica militare e quella biologica-sanitaria, hanno radici profonde e antiche, ed erano state previste e preannunciate da almeno 10 anni (e non in termini vaghi, ma in termini estremamente precisi…) dai maggiori esperti.

E non si è fatto nulla per evitarle, e nemmeno (almeno in Occidente) per prepararsi.


3. Non è facile capire oggi come mai la gran parte degli esperti e dei commentatori mediatici non si interroghino sui possibili nessi tra le 2 crisi… quella politico-militare e quella biologica e sanitaria

(chi lo fa, lo fa in modo generico e complottista…).

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Note a margine del convegno “Il capitalismo delle catastrofi” del 10 aprile

L’iniziativa promossa domenica 10 aprile dal SI Cobas, già nel titolo e nel sottotitolo “due anni di pandemia e di uso capitalistico dell’emergenza sanitaria”, ha tracciato una linea di continuità con l’analoga iniziativa dell’aprile 2021.

Sebbene la quantità dei partecipanti sia stata al di sotto dei numeri della precedente assemblea e della iniziativa online del 13 marzo contro la guerra, il convegno di domenica ha registrato un consenso unanime per la qualità, lo spessore e il livello del dibattito.

L’introduzione di Peppe D’Alesio del SI Cobas, ha evidenziato le ragioni dell’iniziativa, partendo dalla necessità di dotare il movimento di classe di un’analisi e di una chiave di lettura “sistemica” di questa crisi sanitaria, in quanto parte integrante di una crisi altrettanto sistemica del capitalismo su scala mondiale, e di mantenere alta l’attenzione sugli effetti e sull’impatto sociale di una pandemia che, malgrado siano calati i riflettori mediatici su di essa, non solo continua a persistere e a mietere migliaia di vittime ogni giorno nel mondo, ma si colloca in un contesto che preannuncia, assieme a nuove guerre e ai disastri ambientali, altre e forse ancora più virulente pandemie.

Nel corso del dibattito i vari relatori hanno enucleato e approfondito l’analisi e l’inquadramento della crisi pandemica in ogni suo aspetto.

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Due anni di lotta contro l’uso capitalistico della pandemia – SI Cobas

Due anni di pandemia e di lotta all’uso capitalistico dell’emergenza sanitaria – Assemblea (on line) 10 aprile, ore 10 – Zoom Meeting 6154963185 – Password 091651

Due anni di lotta contro l’uso capitalistico della pandemia

Questo documento muove dalla necessità di chiarire e specificare alcuni elementi di analisi e di riflessione alla luce degli sviluppi più recenti della crisi pandemica di CoViD-19, delle problematiche urgenti che questi pongono dentro e fuori i luoghi di lavoro e dei compiti immediati e di prospettiva cui sono chiamate le avanguardie di classe e, con esse, il SI Cobas a tutti i livelli.

La scelta di pubblicare queste riflessioni oggi, a riflettori spenti e all’indomani della proclamazione della fine dell’emergenza sanitaria sancita per decreto dal governo Draghi, è tutt’altro che casuale.

Nelle scorse settimane i trambusti mediatico- propagandistici attorno al tema della pandemia, e con essi la vera e propria infodemia che ha accompagnato (e in larga parte avvelenato) questo biennio di crisi sanitaria, si sono repentinamente silenziati per lasciar spazio alla propaganda bellica a reti unificate (altrettanto martellante e tossica) in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ucraina.

In barba a un quadro epidemiologico che su scala mondiale vede tuttora più di un milione di nuovi contagiati e migliaia di nuovi decessi ogni giorno, il Co-ViD-19 è pressoché sparito dai radar della comunicazione, sia a livello “mainstream”, sia sui canali sedicenti “alternativi”.

Parallelamente, le dispute (che, come si vedrà, in molti casi sarebbe più appropriato definire delle vere e proprie gazzarre) sul tema dei vaccini, del greenpass e, più in generale, della genesi della pandemia e della sua gestione politica complessiva, che per due anni hanno attraversato tangenzialmente lo stesso panorama delle forze sociali, politiche e sindacali di orientamento anticapitalista, monopolizzandone di fatto il dibattito, si sono improvvisamente sopite.

Se fino a ieri la pandemia costituiva il campo di battaglia privilegiato per una variegata sfilza di cialtroni, imbonitori, lestofanti e dilettanti allo sbaraglio, improvvisatisi virologi ed epidemiologi a mezzo social, oggi il ring si è traslato, con analoga foga e altrettanta superficialità, sul tema della guerra: gli esperti di “dittatura sanitaria” si reinventano esperti di “geopolitica”, con un’apparente e netta soluzione di continuità che, in realtà, cela il continuum di una narrazione e di un’interpretazione caricaturale, populista e interclassista degli eventi e della sequela di catastrofi ed emergenze che accompagnano, con sempre maggiore frequenza ed intensità, l’epoca attuale caratterizzata dalla crisi sistemica del modo di produzione capitalistico.

Che Draghi e i suoi omologhi occidentali si siano affrettati a nascondere l’immondizia sotto al tappeto per celare il colossale e rovinoso fallimento dell’intera gestione dell’emergenza pandemica e giustificare la sua conclusione come se nulla fosse, è ben comprensibile; ciò che invece lascia alquanto sconcertati è il navigare a vista di tanti sedicenti anticapitalisti, tanto pronti a saltare di palo in frasca a seconda dell’”emergenza” che di volta in volta viene imposta all’ordine del giorno dalle istituzioni e dai media loro asserviti, quanto incapaci di cogliere le connessioni esistenti tra i vari aspetti della crisi e di individuare possibili linee di intervento generali e unificanti nell’iniziativa di classe.

Il SI Cobas, che fin dalla sua nascita ha caratterizzato la sua identità e delineato la sua iniziativa sindacale e politica in chiave esplicitamente anticapitalista e internazionalista, da oltre un decennio ha assunto la crisi capitalistica globale quale elemento di analisi e cornice di riferimento imprescindibile ed ineludibile per la comprensione delle tendenze, degli eventi e degli sconquassi che periodicamente si abbattono sulla società e sulle vite di miliardi di proletari del pianeta.

Da anticapitalisti e da internazionisti non pentiti, abbiamo fin dal primo momento inquadrato la pandemia di CoViD-19 come un “momento” della crisi generale, come uno dei sintomi di una sua potenziale precipitazione su scala globale: non a caso, già in occasione del convegno nazionale online da noi promosso il 17 aprile 2021, abbiamo affermato a chiare lettere che, più che di pandemia, è a nostro avviso decisamente più appropriato definire la fase attuale col concetto di sindemia capitalistica, cioè di un interazione simultanea tra crisi ambientale, sociale, politica, economica e sanitaria quali concause e al tempo stesso aggravanti della crisi pandemica.

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Il capitalismo delle catastrofi. Due anni di pandemia e di lotta: Assemblea on line, 10 aprile (italiano – english)

Due anni di pandemia e di lotta all’uso capitalistico dell’emergenza sanitaria – Assemblea (on line) 10 aprile, ore 10 – Zoom Meeting 6154963185 – Password 091651

Il 17 aprile dell’anno scorso, in una riunione molto partecipata, l’Assemblea delle lavoratrici e lavoratori combattivi discusse in modo appassionato sulle cause della pandemia/sindemia in corso, e sul suo uso capitalistico da parte del padronato e dei governi Conte-bis e Draghi.

La ricerca delle cause del fenomeno; il rifiuto della mercificazione della salute, dell’aziendalizzazione delle strutture sanitarie e della monetizzazione della nocività; l’importanza centrale della prevenzione e della sanità territoriale; l’auto-organizzazione dei lavoratori in difesa della propria salute sui luoghi di lavoro e nella società; un’impostazione critica e razionale della questione dei vaccini: questi gli assi intorno a cui si sviluppò il confronto. Sono gli stessi temi che hanno attraversato le risposte di lotta alla pandemia, e restano tutt’oggi le linee dorsali di un programma rivendicativo di classe.

Da allora la pandemia ha vissuto momenti di acutizzazione e altri di rinculo senza che si possa considerarla, guardando al mondo e alla stessa Italia, esaurita. Tuttavia lo scoppio della guerra in Ucraina ha cancellato dall’agenda pubblica, per decreto, la pandemia/sindemia da Covid 19. Ora tutta l’attenzione dev’essere rivolta alla guerra, a fare in modo che gli ucraini muoiano per gli interessi predatori degli Stati Uniti, dell’Unione europea, dell’Occidente. Il resto non conta.

Questa doppia imposizione – mobilitazione di guerra, silenzio sulla pandemia – va, secondo noi, respinta. E come di recente abbiamo rilanciato, attraverso un pubblico confronto, l’iniziativa di classe contro la guerra, così sentiamo la responsabilità di indire per il giorno 10 aprile un incontro di bilancio di un altro anno di pandemia. Un anno nel corso del quale il governo Draghi ha manovrato abilmente, con la campagna di vaccinazione e l’imposizione del “green pass”, per inserire ulteriori fattori di divisione nelle file dei lavoratori, ulteriori forme di repressione e di controllo della popolazione.

Nei limiti delle nostre forze e dell’apporto di quanti sono stati solidali con noi, abbiamo contrastato l’azione del padronato e del governo finalizzata a mantenere aperti, ad ogni costo, tutti i fondamentali luoghi di produzione di profitto. E abbiamo respinto la falsa rappresentazione che vorrebbe i proletari divisi tra “sì vax” e “no vax”, a differenza di chi ha optato per la sostanziale adesione alle misure governative, o, all’opposto, per abbracciare in toto l’ideologia antivaccinista e cospirazionista. Due opzioni formalmente opposte, che hanno però in comune di essere entrambe dominate da un interclassismo politico che le rende inette alla difesa degli autentici bisogni proletari.

Nonostante la gestione caotica, fallimentare e criminale della pandemia che ha fatto conquistare all’Italia il primato della mortalità nei paesi europei, non c’è il minimo segno che le istituzioni statali intendano cambiare rotta. La salute della popolazione lavoratrice è per loro una merce di scarsissimo valore, data anche l’enorme massa di disoccupati e precari. L’ulteriore privatizzazione e aziendalizzazione della sanità lombarda contenuta nella nuova riforma-Moratti è la chiara espressione di voler procedere come prima e peggio di prima.

Del resto l’esplosione tutt’altro che transitoria della spesa militare e del militarismo respinge la spesa per i bisogni sociali e per la salute, già marginalizzata del PNRR originario, ancor di più nell’angolo. E l’impatto devastante che la guerra in Ucraina avrà sull’economia preannuncia altri sacrifici, altri licenziamenti, una pressione asfissiante per aumentare la produttività del lavoro, il rafforzamento della stretta autoritaria sulla scuola e sulla vita sociale – un incremento, perciò, delle patologie sia fisiche che psichiche.

In considerazione di tutto ciò, ci rivolgiamo agli organismi sindacali, sociali e politici che condividono con noi l’urgenza di rispondere all’aggressione padronale/statale anche sul terreno dell’autodifesa attiva della salute da parte della classe lavoratrice, per rilanciare il confronto e l’iniziativa comune sui temi già posti dall’assemblea dello scorso anno. Un obiettivo primario di questo impegno sarà la lotta per la difesa della salute riproduttiva delle donne lavoratrici e disoccupate, e per la riapertura dei consultori, un’indicazione venuta, da Napoli a Milano, nella giornata dell’8 marzo.

Il nostro invito è rivolto allo stesso tempo ai gruppi di lavoratori che fuori dall’Italia si sono mossi lungo linee simili alle nostre, e a quegli esponenti della medicina come ambito di ricerca scientifica e di pratica terapeutica che sono rimasti, e intendono rimanere, liberi dagli imperativi del profitto.

SI Cobas nazionale

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Two years of pandemic and the fight against the capitalist use of the health emergency - Assembly (online) April 10, 10 am (Rome time)

On April 17 last year, in a very attended meeting, the Assembly of combative workers discussed passionately on the causes of the pandemic / syndemic in progress, and on its capitalist use by the employers and Conte-bis and Draghi governments.

Research into the causes of the phenomenon; the refusal of the commodification of health, the corporateization of health institutions and the monetization of harmfulness; the central importance of prevention; self-organization of workers in defense of their health in the workplace and in society; a critical and rational approach to the issue of vaccines: these are the axes around which the debate developed. These are the same issues that have crossed the responses in the fight to the pandemic, and still remain the backbones of a class-demanding program.

Since then, the pandemic has experienced moments of sharpening and others of recoil without it being considered, looking at the world and at Italy itself, exhausted. However, the outbreak of war in Ukraine erased the Covid 19 pandemic / syndemic from the public agenda by decree in the United States, the European Union, the West. Nothing else matters.

This double order - mobilization of war, silence on the pandemic - must be rejected. And just as we recently relaunched, through a public debate, the class anti-war initiative, so we feel the responsibility to call for a meeting on another heavy year of pandemic for April 10. A year during which the Draghi government skilfully maneuvered, with the vaccination campaign and the imposition of the "green pass", to insert further divisive factors in the ranks of workers, further forms of repression and control of the population.

Within the limits of our strength and the contribution of those who have been in solidarity with us, we have opposed the action of the employers and the government aimed at keeping open, at all costs, all the fundamental places of profit production. And we have rejected the false representation that the proletarians would like to be divided between "yes vax" and "no vax", unlike those who opted for substantial adherence to government measures, or, on the contrary, to fully embrace the anti-vaccine ideology and conspiracy theorist. Two formally opposing options, which however have in common that they are both dominated by a political interclassism that makes them unable to defend authentic proletarian needs.

Despite the chaotic, bankruptcy and criminal management of the pandemic that made Italy conquer the primacy of mortality in European countries, there is not the slightest sign that state institutions intend to change course. The health of the working population is for them a commodity of very little value, also given the huge mass of unemployed and precarious workers. The further privatization and corporatization of Lombard healthcare contained in the new Moratti reform is the clear expression of wanting to proceed as before and worse than before.

After all, the far from transitory explosion of military spending and militarism rejects spending for social needs and health, already marginalized by the original PNRR, even more so in the corner. And the devastating impact that the war in Ukraine will have on the economy heralds more sacrifices, more layoffs, asphyxiating pressure to increase labor productivity, the strengthening of the authoritarian squeeze on school and social life - an increase, therefore, in pathologies. both physical and psychic.

In consideration of all this, we turn to the trade union, social and political bodies that share with us the urgency to respond to the employer / state aggression also in the field of active self-defense of health by the working class, to relaunch the confrontation and the joint initiative on the issues already posed by last year's assembly. A primary objective of this commitment will be the fight for the defense of the reproductive health of working and unemployed women, and for the reopening of the counseling centers, an indication that came from Naples to Milan on 8 March.

Our invitation is addressed at the same time to groups of workers outside Italy who have moved along lines similar to ours, and to those exponents of medicine as a field of scientific research and therapeutic practice who have remained, and intend to remain, free from imperatives of profit.

SI Cobas