Dopo una settimana intera in piazza a Napoli, oggi siamo a Roma alla manifestazione nazionale contro le politiche di taglio al reddito, salari da fame, criminalizzazione dei disoccupati e lavoratori poveri.
Ci siamo espressi molte volte sul tema del Reddito di Cittadinanza, una misura di per sé limitata e che nonostante questo a Sud ha contrastato la concorrenza dei salari da fame. Purtroppo non c’è stata la risposta necessaria all’attacco al Reddito di Cittadinanza.
Mentre le istituzioni locali continuano a non dare risposte alle richieste di formazione ed inserimento a lavoro in progetti di pubblica utilità per la necessaria rivendicazione di un salario garantito e per un lavoro stabile e sicuro di pubblica utilità in una città che necessità urgentemente di tutto ciò, l’nflazione è al 13%, il lavoro nero e precario dilaga insieme ai salari da fame.
C’è una campagna che vuole dare l’immagine dei disoccupati che vogliono rimanere sul divano o i furbetti portata avanti h 24 a reti unificate dagli stessi incollati da decenni a poltrone di lusso da 15.000 euro al mese che, a loro volta, altro non sono altro che la voce dei padroni seduti su poltrone ben più remunerate.
Come si campa con 500/600 euro pagando fitto, carovita, spese sanitarie, beni di prima necessità?
Il taglio al reddito con l’introduzione della Mia (Misura di inclusione attiva) in Campania taglia a metà la mega platea di percettori tra potenziali lavoratori e famiglie con disabili e minori, metten a rischio i primi. Sono circa 118 mila gli ” occupabili” di cui 70mila a Napoli e provincia, persone ritenute abili al lavoro tra i 18 e i 60 anni.
Non solo questo governo come i precedenti contro i quali siamo sempre scesi in piazza – continuando a finanziare ulteriori risorse per le spese militari – non promuove nulla che assomigli ad un serio piano per la formazione e il lavoro come stiamo rivendicando da anni, troppi anni. Le istituzioni locali si limitano ancora a gestire i programmi GOL per la formazione senza tenere conto delle specificità, delle urgenze sociali e dei lavori socialmente necessari dando ancora fiumi di denaro pubblico ad enti di formazione privati, agenzie private per il lavoro ed aziende che usano la forza lavoro Just in Time a convenienza.
Cambiando la durata del nuovo sostegno ci sarà la divisione in due categorie con quote a scalare: gli occupabili e le famiglie povere non in grado di lavorare.
Continua a leggere Giù le mani dal reddito. Tagliare la guerra ed i profitti! Per un movimento autonomo di classe – Movimento 7 novembreIl governo risparmia togliendo risorse e sostegni ai disoccupati e finanzia la guerra in Ucraina.