Non c’era bisogno della testimonianza del medico e soccorritore calabrese Orlando Amodeo per comprendere che il governo Meloni, e per esso il ministro Piantedosi, ha voluto l’orrenda strage di Crotone. Benvenuto comunque, tra moltitudini di quacquaraqua, un autentico essere umano capace di spiattellare in tv una verità elementare: per lo stato era possibile, assolutamente possibile, salvarli.
Chapeau anche al miserabile ministro che ha rivendicato apertamente la necessità di questa e altre mattanze: “Salvarli, non salvarli… il problema è non farli partire”. Un nemico dichiarato degli emigranti (e nostro), perfetta incarnazione del razzismo di stato, lo stato democratico post-fascista.
Insopportabile, invece, è lo scandalo delle mammolette di “sinistra” o pentastellate che hanno già dimenticato i decreti Minniti e i decreti Salvini, da loro votati e lodati (ricordate il Conte-1 sorridente con ai suoi fianchi Salvini e Di Maio?), che hanno tracciato il solco per i decreti Piantedosi.
Doppiamente insopportabile, per il suo cinismo, lo scaricabarile di governo e Quirinale, un tandem molto affiatato, sull’Unione europea che dovrebbe fare questo e quello. Sanno a memoria che la militarizzazione delle politiche migratorie e la esternalizzazione delle frontiere oggi invocate come la soluzione “condivisa” da adottare per “risolvere” il problema delle migrazioni verso l’Europa sono da tempo la politica ufficiale dell’Unione europea – falsissima soluzione, capace solo di produrre indebitamento, schiavitù, tortura, indicibili sofferenze, morte. Una politica che da molto tempo noi internazionalisti rivoluzionari abbiamo definito di guerra agli emigranti e agli immigrati, e denunciato come parte costitutiva di una complessiva guerra di classe ai lavoratori. Con il tentativo, anche, di arruolare gli sfruttati autoctoni contro quelli costretti, costi quel che costi, a immigrare qui dal vecchio e nuovo colonialismo.
Una questione-chiave per la rinascita del movimento proletario e la lotta al capitalismo, ancor oggi messa in secondo piano in molti ambienti militanti.
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