Assemblea sull’immigrazione a Mestre, sabato 20 maggio. Nuove informazioni. Testo in arabo, bengalese, francese

Si è deciso di anticipare alle ore 15.30 la convocazione dell’Assemblea di sabato 20 maggio sull’immigrazione, per consentire alle Associazioni che hanno dato la loro adesione di poter intervenire nel dibattito dopo gli organizzatori. Hanno aderito, finora, l’Associazione Sunugal, L’Associazione Venice Bangla School e Centro culturale, Diaspora Panafricana d’Italia (Diasporafit), Griots Venezia, Refugee Welcome Venezia, Associazione Libertà d’Africa Venezia, Forum Internacional Fontié ki Kwazwe – Fronteiras Cruzadas (Brasile).

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“La sorte delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati è la sorte di tutti”. Assemblea a Mestre, sabato 20 maggio, con P. Basso, A. Milani, M. Malocaj, M. Jaramillo, A. Zemenfes, A. La China, K. Bekkal

25 anni fa veniva approvata la prima legge “organica” sull’immigrazione in Italia: la Turco-Napolitano. Da allora sono stati 25 anni di leggi contro gli immigrati e le immigrate, e di guerre neo-coloniali ai loro paesi di provenienza. Poco importa se al governo ci fosse il centro-sinistra o il centro-destra, anche se le misure più odiose portano il nome di Minniti, Salvini e Meloni-Piantedosi. E hanno fatto scuola nell’Unione europea.

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Contro il razzismo democratico – SI Cobas / Comitato di lotta di Viterbo

Foto di un CPR (luoghi di amena villeggiatura per immigrati istituiti dalla legge Turco-Napolitano, sebbene con il nome di CPT)

Oggi a Viterbo, in un’ora alquanto insolita (14-16) se si vogliono fare iniziative partecipate, l’Arci e altre associazioni hanno indetto sotto la prefettura un presidio contro la soppressione della “protezione speciale” – una questione intorno alla quale la “opposizione di sua maestà” al governo Meloni, Pd-5Stelle e satelliti vari, sta facendo un baccano demagogico (e puramente mediatico) senza minimamente chiamare in causa la legislazione e le prassi dell’Unione europea e dell’Italia democratica che da decenni rendono la vita difficile, quando non impossibile, e la schiavizzazione e la morte piuttosto “facile”, alla massa degli immigrati e delle immigrate che non hanno santi in paradiso (il 99% o giù di lì).

Ci fa piacere, perciò, pubblicare il testo giustamente polemico, tagliente dei compagni del SI Cobas e del Comitato di lotta di Viterbo che ricorda alcune cose fondamentali, e rilancia alcune rivendicazioni di lotta altrettanto fondamentali. Perciò: ovviamente contro le odiose misure del governo Meloni, senza però dimenticare per un solo attimo chi governa l’UE, e quali splendidi esempi di razzismo democratico abbia dato il centro-sinistra italiano a partire dalla Turco-Napolitano. (Red.)

La tragedia di Crotone: i meno colpevoli di tutti sono gli scafisti… (italiano – english)

Non c’era bisogno della testimonianza del medico e soccorritore calabrese Orlando Amodeo per comprendere che il governo Meloni, e per esso il ministro Piantedosi, ha voluto l’orrenda strage di Crotone. Benvenuto comunque, tra moltitudini di quacquaraqua, un autentico essere umano capace di spiattellare in tv una verità elementare: per lo stato era possibile, assolutamente possibile, salvarli.

Chapeau anche al miserabile ministro che ha rivendicato apertamente la necessità di questa e altre mattanze: “Salvarli, non salvarli… il problema è non farli partire”. Un nemico dichiarato degli emigranti (e nostro), perfetta incarnazione del razzismo di stato, lo stato democratico post-fascista.

Insopportabile, invece, è lo scandalo delle mammolette di “sinistra” o pentastellate che hanno già dimenticato i decreti Minniti e i decreti Salvini, da loro votati e lodati (ricordate il Conte-1 sorridente con ai suoi fianchi Salvini e Di Maio?), che hanno tracciato il solco per i decreti Piantedosi.

Doppiamente insopportabile, per il suo cinismo, lo scaricabarile di governo e Quirinale, un tandem molto affiatato, sull’Unione europea che dovrebbe fare questo e quello. Sanno a memoria che la militarizzazione delle politiche migratorie e la esternalizzazione delle frontiere oggi invocate come la soluzione “condivisa” da adottare per “risolvere” il problema delle migrazioni verso l’Europa sono da tempo la politica ufficiale dell’Unione europea – falsissima soluzione, capace solo di produrre indebitamento, schiavitù, tortura, indicibili sofferenze, morte. Una politica che da molto tempo noi internazionalisti rivoluzionari abbiamo definito di guerra agli emigranti e agli immigrati, e denunciato come parte costitutiva di una complessiva guerra di classe ai lavoratori. Con il tentativo, anche, di arruolare gli sfruttati autoctoni contro quelli costretti, costi quel che costi, a immigrare qui dal vecchio e nuovo colonialismo.

Una questione-chiave per la rinascita del movimento proletario e la lotta al capitalismo, ancor oggi messa in secondo piano in molti ambienti militanti.

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Melilla (Marocco), San Antonio (Texas), Mediterraneo: le stragi senza fine degli emigranti. Occidente assassino!

Nell’arco di pochi giorni tre orrende stragi hanno riportato alla luce quella guerra agli emigranti che gli stati di tutto il mondo conducono senza pause da decenni. E che sta diventando sempre più crudele specie ai confini (esternalizzati) dell’Unione europea e degli Stati Uniti.

Melilla (Marocco)

Alle prime ore del giorno di venerdì 24 forse duemila emigranti, molti dei quali sudanesi, hanno organizzato un assalto di massa alle recinzioni che a Melilla separano l’enclave coloniale spagnola dal territorio marocchino. A distanza di giorni non si riesce a conoscere esattamente neppure il numero delle vittime, mentre i governi fratelli di Madrid e di Rabat cercano di accreditare perfino la spudorata tesi di morti “da calca”. Le associazioni degli emigranti parlano, invece, di sanguinosa repressione da parte della polizia del Marocco, con l’attiva complicità delle omologhe forze spagnole. I morti sono almeno 23, quasi certamente 36 (o di più ancora?), e centinaia i feriti.

Primo video (El Pais).

Secondo video (idem).

Il premier spagnolo Sánchez ha chiamato in causa le “mafie internazionali” specializzate nel traffico di esseri umani, congratulato dai suoi amici marocchini con i quali a sua volta si è congratulato. Ma il portavoce dei manifestanti, Husein, lo ha azzittito: “noi sudanesi non abbiamo mafie. Ci uniamo. Non paghiamo niente, siamo arrivati qui gratis; abbiamo solo usato la testa e abbiamo escogitato un buon piano [per lasciare il Marocco] perché abbiamo sofferto molto. Il mafioso è Mohamed VI, che ha preso tutti i soldi [che Bruxelles dà a Rabat per il controllo e la cura dei migranti irregolari] ed è scomparso. Dato che abbiamo subito diversi raid alla recinzione, sappiamo molto bene cosa stanno facendo le autorità marocchine in termini di abusi e violazioni dei diritti umani”.

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