Firenze: contro il foglio di via a Sarah Caudiero del SI Cobas

Ieri a Firenze una riuscita manifestazione per la revoca del foglio di via a Sarah Caudiero del SI Cobas Prato-Firenze, e in difesa delle libertà sindacali. Qui di seguito il volantino che l’ha convocata. (Red.)

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REVOCATO IL PRIMO FOGLIO DI VIA.

La lotta paga, la lotta continua

DOMANI TUTTI/E IN PIAZZA!

Appuntamento ore 15:30 in piazza Santa Maria Novella (Firenze).

Ieri in #Gkn abbiamo dato una notizia importante: il Questore di Firenze ha cancellato il procedimento di foglio di via a Luca!

Si tratta di una vittoria degli scioperi e della solidarietà di queste settimane, a 48 ore dalla manifestazione di sabato.

La solidarietà vince.

La lotta paga.

E la lotta deve continuare.

Domani scendiamo in piazza a Firenze.

Avevano fatto male i calcoli.

Non avevano contato le 20 aziende entrate in sciopero, l’indignazione di un territorio, la crescita di una mobilitazione solidale che ha sta costruendo una grande manifestazione per domani.

Domani tutti in piazza per cancellare anche il foglio di via a Sarah e per portare nelle strade dello shopping e del lusso la voce di chi lavora.

La libertà è un bene prezioso che va difeso e protetto collettivamente.

Lo abbiamo fatto bene tutti insieme in queste settimane, e dobbiamo continuare a farlo.

Con o senza fogli di via, con o senza pioggia, la manifestazione si farà.

Ci vediamo alle 15:30 di domani (sabato) in piazza Santa Maria Novella.

CONTRO IL FOGLIO DI VIA A SARAH

PER LA LIBERTÀ DI SINDACATO

STOP STRAPOTERE DEI BRAND DELLA MODA

OTTO ORE PER CINQUE GIORNI (è già troppo)

AUMENTI DI STIPENDIO CONTRO IL CAROVITA

S.I. Cobas Prato e Firenze

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Solidarietà al compagno Enrico Semprini!

Ci uniamo a questa denuncia e manifestazione di solidarietà espressa dal SI Cobas al compagno Enrico e al movimento No Tav. Ci piace ricordare che specie nel primo anno della pandemia, Enrico ha arricchito il lavoro di questo blog con testi critici sulla questione fondamentale della repressione, sollecitando – tra le altre cose – la ripresa della lezione di Giulio Maccacaro – ne richiamiamo alcuni qui di seguito. (Red.)

ANCORA REPRESSIONE CONTRO I MILITANTI POLITICI E LE LOTTE SOCIALI! 

Apprendiamo che Enrico Semprini, militante Si Cobas e da sempre una figura di riferimento per il movimento antagonista modenese e non solo, è stato condannato a due anni e sei mesi per avere partecipato ad una iniziativa No TAV, in Val di Susa.

Si tratta dell’ ennesima sentenza con la quale si tenta di spezzare la solidarietà materiale tra tutti quei militanti e quelle organizzazioni che si oppongono alla costruzione di un’ opera inutile e alla devastazione del territorio, contro le lobby pro Tav che continua a imporre la Tav.

Il Si Cobas è da sempre impegnato nel sostegno al movimento contro l’alta velocità e più in generale contro le devastazioni ambientali, contro la militarizzazione dei territori e della società, contro un sistema che non esita di scegliere di fare morire, come nel caso dell’ anarchico Cospito, chi giustamente si batte contro il 41 bis e l’ ergastolo ostativo, o costruisce teoremi fantasiosi contro militanti sindacali.

Manifestiamo la massima solidarietà ad Enrico, ribadendo che parteciperemo e sosterremo tutte le iniziative necessarie!

SI Cobas nazionale

Comunicati in solidarietà ai compagni del Si-Cobas e dell’USB colpiti dalla repressione (CSA Vittoria, GKN, Cambiare rotta-FIOM)

Comunicato Lavoratori GKN

SOLIDARIETÀ A USB E SI COBAS! TENIAMOCI LIBERI E LIBERE!

La guerra è elemento strutturale e prevalente in un sistema in continua competizione per l’egemonia politica ed economica a livello globale. La guerra chiama a sé tutti i livelli sottostanti producendo ricadute interne ad ogni Stato. In Ucraina la ricaduta di questo scontro è stato il colpo di stato del 2014 e la guerra che da allora non si è mai fermata: prima fatta dall’esercito di Kiev contro il Donbass per servire gli interessi di espansione della Nato verso est e che poi ha vissuto una escalation con l’intervento dell’esercito della Federazione Russa.

In Italia la ricaduta della guerra la vediamo chiaramente nell’aumento dei carburanti, delle bollette, dei prezzi al consumo e delle materie prime, nell’asservimento dei nostri territori alle politiche di guerra sia per installare un rigassificatore sia per costruire una base militare o per far passare il traffico d’armi.

La guerra sul fronte interno è anche e soprattutto repressione di ogni elemento di incompatibilità che potrebbe minare la pace sociale necessaria ad un sempre maggiore sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sulla donna e sull’ambiente.

Se questo è il contesto generale in cui ci muoviamo, il particolare oggi non può che corrispondere all’attacco repressivo contro USB e Si Cobas scattato all’alba del 19 luglio con perquisizioni ed arresti.

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Una provocazione repressiva in grande stile, contro il proletariato della logistica, il SI Cobas, il sindacalismo conflittuale – TIR

Dopo due anni di pandemia e dentro una guerra che non finirà a breve e avrà effetti di devastazione sociale enormi anche fuori dall’Ucraina, il padronato e le forze parlamentari di governo e “opposizione” sanno che il malessere sociale ha raggiunto un livello tale di tensione che può esplodere da un momento all’altro. Di qui l’intensificazione della repressione in chiave preventiva: mettere sulla difensiva, terrorizzare, disorganizzare, delegittimare, dividere e normalizzare quella che è stata finora la frazione della classe lavoratrice più attiva e combattiva.

Una provocazione repressiva in grande stile contro il proletariato della logistica, il SI Cobas, il sindacalismo conflittuale

All’alba di questa mattina è partita una pesante ed insidiosa operazione repressiva contro dirigenti del SI Cobas (il coordinatore nazionale Aldo Milani, Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini, Bruno Scagnelli) e dell’USB, a sei dei quali sono stati comminati gli arresti domiciliari.

La provocatoria imputazione è quella di associazione a delinquere per avere compiuto atti di violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio in occasione di scioperi e picchetti per “estorcere” da padroni e padroncini condizioni di “miglior favore” non per i lavoratori, ma per sé stessi – in una sorta di “faida”, anch’essa a fini privati, tra sindacati “di base”.

Insomma: la realtà dei fatti negata, mistificata, rovesciata. Perché negli ultimi 10-15 anni, a cominciare dalla Bennet di Origgio, i proletari della logistica, immigrati in grande maggioranza, sono stati protagonisti del solo, significativo ciclo di lotta avvenuto in Italia negli ultimi decenni – il solo fatto di lotte vere, di scioperi veri, di picchetti veri, di veri coordinamenti tra le diverse realtà, con piattaforme di lotta vere. Lotte realmente auto-organizzate dai lavoratori in prima persona che hanno dato vita a un’esperienza di nuovo sindacalismo militante impersonato soprattutto dal SI Cobas. Le sole lotte che – in un quadro di generale arretramento della classe lavoratrice – hanno segnato significativi avanzamenti nella condizione materiale (salari, orari, garanzie, etc.) e nei livelli di organizzazione e di coscienza di classe di decine di migliaia di proletari, sia facchini che driver.

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Fermiamo l’offensiva contro il sindacalismo conflittuale. Terzo comunicato SI Cobas

FERMIAMO L’OFFENSIVA REPRESSIVA CONTRO IL SINDACALISMO CONFLITTUALE. ORE 12,00: CONFERENZA STAMPA FUORI ALLA QUESTURA DI PIACENZA

Col passare delle ore va delineandosi in maniera sempre più chiara il teorema accusatorio che è alla base delle misure cautelari emesse stanotte dalla procura di Piacenza.

Abbiamo da poco appreso che oltre all’arresto di Aldo, Arafat, Carlo e Bruno, sono stati coinvolti nell’inchiesta anche quattro esponenti nazionali e locali di Usb.

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