Israele. La strage dei giovani palestinesi ribelli nel silenzio del mondo di sopra
Appare oggi (23 febbraio) sui giornali l’esito dell’ultima operazione condotta ieri dall’esercito di Israele nella città di Nablus per assassinare (il termine robotico è: neutralizzare) i giovani palestinesi Hussan Assalim e Walid Dachil, militanti della Fossa dei Leoni, e Muhammad Alà Fatah, membro della Jihad islamica, accusati di essere coinvolti in attacchi armati anti-israeliani. Poiché a presidio della casa in cui i tre militanti erano asserragliati e avevano deciso di resistere erano accorse molte persone, per poterla abbattere l’esercito israeliano ha falciato altri 8 palestinesi e ne ha feriti 102.
Continua a leggere Israele. La strage dei giovani palestinesi ribelli nel silenzio del mondo di sopraContre la guerre OTAN-Russie en Ukraine et la guerre d’Israël contre les Palestiniens: Venise, samedi 25 février
La guerre entre l’OTAN et la Russie en Ukraine est de plus en plus un effroyable massacre de chair humaine, de prolétaires ukrainiens et russes, de soldats et de civils. Et cela s’intensifie dramatiquement avec des conséquences incalculables. Le risque réel est de déclencher un conflit mondial, avec des destructions encore plus apocalyptiques que celles en cours en Ukraine et dans de nombreuses régions du monde – à commencer par la guerre coloniale que l’État d’Israël mène depuis des décennies contre les masses opprimées de la Palestine, et les guerres en cours au Yémen, dans de nombreuses régions d’Afrique, etc., qui, conjointement, accélèrent le chemin vers la catastrophe écologique.
Le gouvernement Meloni, l’État italien, les États et gouvernements capitalistes les plus puissants du monde, au premier rang de l’UE et de l’OTAN, avec la course aux armements et l’énorme augmentation des dépenses militaires, nous entraînent dans une spirale sans fin de guerres.
Continua a leggere Contre la guerre OTAN-Russie en Ukraine et la guerre d’Israël contre les Palestiniens: Venise, samedi 25 févrierLo sfruttamento del lavoro domestico non ha nazione – Comitato 23 settembre
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa documentata denuncia della ‘sorte’ delle lavoratrici domestiche etiopi costrette all’emigrazione.
Lo sfruttamento del lavoro domestico non ha nazione!
L’emigrazione delle donne e delle ragazze del sud del mondo è sempre più un fenomeno internazionale e di massa. L’Etiopia, uno dei paesi africani più popolosi e più poveri, non sfugge a questa legge: basato su un’economia agricola di sussistenza, per gli 11 milioni di giovani in cerca di lavoro l’emigrazione è spesso una scelta obbligata. Per le ragazze, in particolare, le possibilità di lavoro sono ancora inferiori, mentre incombe su di loro la minaccia di matrimoni precoci. Le famiglie stesse le spingono a cercare lavoro nelle città e nei centri urbani, ma soprattutto all’estero, nei ricchi paradisi degli stati del Golfo e in Libano. Il lavoro di ragazze e bambine viene utilizzato per sopravvivere e saldare i debiti. Molte, anche giovanissime (13/15 anni), partono spinte dal desiderio di aiutare le loro famiglie ma anche di rendersi indipendenti dalla miseria e dalle costrizioni dell’ambiente in cui sono vissute.
Continua a leggere Lo sfruttamento del lavoro domestico non ha nazione – Comitato 23 settembreLa guerra in Palestina e la guerra in Ucraina – Comitato permanente contro le guerre e il razzismo (Marghera)
Questo è il testo del volantino che il Comitato permanente contro le guerre e il razzismo ha diffuso sabato 4 febbraio a Mestre, ad un’iniziativa degli amici della causa palestinese. (Red.)
Ci rivolgiamo a voi che siete qui per rinnovare il vostro sostegno alla lotta di liberazione dei palestinesi contro lo stato neo-colonialista di Israele, una lotta di liberazione che anche noi sentiamo totalmente nostra, per parlarvi della guerra in Ucraina.
Cosa c’entra la guerra in Ucraina con la guerra in Palestina? C’entra, e come! Ogni giorno diventa più chiaro che in Ucraina si sta combattendo una guerra per procura tra il capitalismo statunitense, la NATO, l’Unione europea, il mondo occidentale in declino, e il blocco russo-cinese alla ricerca di nuovi spazi di mercato e di potere. A pagare questa guerra è anzitutto la popolazione ucraina, anche se qui in Italia e in tutto l’Occidente il vero contenuto di questa guerra è mascherato con il diritto del popolo ucraino alla propria libera autodeterminazione. Che non c’entra niente con questa guerra perché in realtà l’Ucraina è stata spinta, obbligata alla guerra dagli Stati Uniti, dalla NATO e dall’Unione europea che hanno in pugno la sua economia, il suo esercito, il suo governo. Da tempo l’Ucraina è diventata una loro colonia, trasformata in una gigantesca base militare ai confini della Russia, minacciando la Russia e provocandola alla guerra. Ma noi condanniamo anche l’invasione russa dell’Ucraina, che risponde agli stessi interessi capitalistici di dominio e di sfruttamento che muovono la NATO e l’Unione europea – l’Ucraina è infatti un paese ricchissimo di materie prime e di terre fertili, e ha un’enorme importanza strategica.
Questa guerra è una tragedia per noi lavoratori e gente comune. Nessun lavoratore ucraino, nessun lavoratore russo, nessun lavoratore di nessun paese ne avrà vantaggi, ma solo lutti e sacrifici. Ci sono già centinaia di migliaia di morti e feriti ucraini e russi; e ovunque l’inflazione mangia i salari, ovunque vengono approvate leggi che cancellano i nostri diritti in nome dell’economia di guerra. I nostri governanti ci dicono che dobbiamo lottare per la libertà dell’Ucraina e per la libertà di tutti contro le autocrazie. Ma si scordano quanta libertà ci hanno tolto, quante e quanti di noi hanno impoverito e costretto ad accettare un lavoro precario e malpagato o ad emigrare.
Anche l’Italia ha fatto tutto quello che poteva per scatenare questa guerra e, ora, per renderla più lunga e sanguinosa, con il rischio che inneschi una apocalittica terza guerra mondiale. Il governo Meloni prosegue sulla scia del governo Draghi, con il ministro della Difesa Crosetto che ha un lungo curriculum nella produzione di armi, ed è dirigente della Leonardo Spa che si occupa, guarda caso, di sistemi di missilistica. Ad Aviano arrivano le bombe atomiche di nuova generazione che nulla hanno di difensivo. Nelle scuole si fa l’apologia delle guerre, dell’esercito e della “patria”, nelle fabbriche e nei magazzini la disciplina padronale da “economia di guerra” si fa sempre più pesante. Questa guerra non appartiene a nessuno di noi e solo noi, lavoratrici e lavoratori potremo fermarla opponendoci ai “nostri” governi, lottando contro i capitalisti sfruttatori, per la nostra libertà, per i nostri diritti, per la nostra vita, per una pace giusta tra i popoli.
Continua a leggere La guerra in Palestina e la guerra in Ucraina – Comitato permanente contro le guerre e il razzismo (Marghera)