Nella propaganda fatta bene i dati di fatto non contano nulla: l’essenziale è trovare facili bersagli per dirottare l’insoddisfazione, la precarietà, la paura per la propria incolumità, tanto presente anche se non sempre manifestata nella vita di tante donne, e trasversale rispetto alla loro posizione sociale.
L’infame messa in rete dello stupro di Piacenza da parte dell’astro nascente della politica italiana non è stata una svista o una scivolata di cattivo gusto, ma un’abile anche se non nuova mossa politica che fa leva sulla paura delle donne, e offre un’ulteriore possibilità alle manifestazioni ipocrite di stigmatizzazione della violenza, senza che nulla venga fatto per affrontarne le cause profonde. Il vero scopo è evidentemente un altro, quello di lanciare gli uni contro gli altri gli strati più deboli della società, i più sfruttati e oppressi dal capitalismo anche attraverso il sessismo e il razzismo, e indicare alle donne come causa dell’oppressione e della violenza gli immigrati, aggiungendo alle già tante giustificazioni della loro emarginazione e del loro supersfruttamento la loro “natura” di predatori.
Continua a leggere Il maestro e la scolara. Cocomeri turchi e Meloni italiani – Comitato 23 settembre