La condanna a morte del compagno Alfredo Cospito

E dunque, allineandosi totalmente al governo Meloni alla faccia di tutte le fregnacce sulla divisione dei poteri in ambito democratico, la “suprema” Corte ha deciso: Alfredo Cospito deve restare al 41 bis. E poiché è nota la sua determinazione nel rifiutarlo a qualsiasi costo, lì deve morire.

Nei giorni in cui fioccano ovunque sentenze di provvidenziale assoluzione per i potenti più famosi ma anche per le più infime figure istituzionali, non importa di quali crimini o reati si siano macchiati, incluse le vere e proprie stragi; nei giorni in cui Nordio arriva a sostenere, spudoratamente, che gli indifesi davanti alle corti di “giustizia” sono proprio i ricchi e i potenti; la giustizia borghese usa il pugno di ferro contro un “irriducibile nemico del sistema” per dare un monito a quanti osino mettersi su questa strada.

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Lo stato, lo stato… che cos’è lo stato? Risponde un tale Federico Engels

Si discute molto in questi giorni, intorno alla vicenda di Alfredo Cospito, sulla sicurezza dello stato, la difesa dello stato, i pericoli per lo stato, e così via. Ben poco, invece, su che cos’è lo stato e sul perché è un pericolo per la comunità degli sfruttati. Un compagno l’ha chiesto ad un tale Federico Engels, che gli ha risposto così:

“Secondo la concezione filosofica, lo Stato è “la realizzazione dell’Idea” ovvero il regno di Dio in terra tradotto in linguaggio filosofico, il campo nel quale la verità e la giustizia eterne si realizzano o si devono realizzare. 

Di qui una superstiziosa venerazione dello Stato e di tutto ciò che ha relazione con lo Stato, che subentra tanto più facilmente in quanto si è assuefatti fin da bambini a immaginare che gli affari comuni a tutta la società non possono venir curati altrimenti che come sono stati curati fino a quel momento, cioè per mezzo dello Stato e dei suoi ben pagati funzionari (…).

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Alfredo Cospito : “Da un momento all’altro può essere in pericolo di vita”!

Immagine realizzata da Militanza Grafica

Nonostante siano evidenti, da molti giorni, i segni del gravissimo deterioramento delle condizioni di salute del compagno Alfredo Cospito, il ministro della “Giustizia” Nordio continua a tacere sulla richiesta di liberarlo dal 41 bis, mentre la Cassazione fa sapere, e suona come una provocazione, che si occuperà del suo “caso” ad aprile. Continuiamo perciò ad ospitare le denunce che riguardano questa infame persecuzione di stato da tempi di guerra e di economia di guerra, ospitando quanto ha detto la dott. Angelica Millia, sua medico di fiducia. (Red.)

Caso Alfredo Cospito, l’esponente anarchico in sciopero della fame contro il 41bis dal 20 ottobre 2022. Oggi, giovedì 26 gennaio 2023, era il giorno della visita nel carcere sassarese di Bancali di Angelica Milia, dottoressa di fiducia dello stesso Cospito.

Una visita anticipata dalla nota della direzione dell’istituto penitenziario, pochi giorni fa, che autorizzando l’accesso diffidava però la dottoressa dal parlare delle condizioni sanitarie di Cospito…con Radio Onda d’Urto.

Dopo le numerose prese di posizione sulla diffida…selettiva del 23 gennaio 2023 contro la nostra e vostra emittente radiofonica, torniamo a concentrarci sull’aspetto fondamentale: le condizioni sanitarie dell’esponente anarchico, ormai alle porte del 100esimo giorno di sciopero della fame.

La situazione, rispetto alla visita della settimana precedente, si è aggravata ulteriormente: l’esponente anarchico “ha perso – dice a Radio Onda d’Urto la dottoressa Milia – altri due chilogrammi, non ha più la termoregolazione. Per un calo di pressione è caduto mentre faceva la doccia, provocandosi così una frattura scomposta della base del naso. Si sono ridotte le piastrine e i globuli bianchi, con conseguente calo delle difese immunitarie.

Ritengo che da un momento all’altro possa essere in pericolo di vita“.

Ascolta o scarica l’intervista di Radio Onda d’Urto alla dottoressa Angelica Milìa, raggiunta subito dopo la visita all’interno del carcere di Bancali (Sassari).

Prima che si consumi il delitto perfetto. Fuori subito Alfredo Cospito dal 41 bis! – Il Rovescio

Riprendiamo da Il Rovescio questo grido di lotta perché chi può e deve farlo, provveda immediatamente a liberare il compagno Alfredo Cospito dalla condanna a morte del 41 bis. (Red.)

Miei signori, avete torto!
Il delitto perfetto
non è privilegio
del criminale.
Ma del boia.

Il delitto davvero perfetto
è quello finanziato dallo Stato.
Il perfetto assassino
è un funzionario con l’auto di servizio.

La giustizia è un lupo
con la sola differenza
che i lupi sono meno feroci.

Certo, anche i lupi spezzano
bianchi colli,
ma non ululano mai sui cadaveri:
siamo servitori della legge.

(Stig Dagerman, Il delitto perfetto, «Arbetaren», 29 gennaio 1953)

Oggi cadono cinquantatré anni dalla strage di Stato di Piazza Fontana. Il lavoro infame di impedire a qualsiasi costo ogni trasformazione rivoluzionaria della società, cominciato con quei diciassette morti e ottantotto feriti, non si è mai fermato. Oggi cadono cinquantatré giorni dall’inizio dello sciopero della fame di Alfredo Cospito e trentacinque da quello di Anna Beniamino.

In questo Paese, insanguinato dai massacri organizzati e diretti dai funzionari statali dei vari Uffici per gli Affari Riservati, gli unici condannati per «strage politica» – «una strage senza strage attribuita senza prove» – sono due compagni anarchici, parte di quel movimento rivoluzionario che alla violenza indiscriminata dello Stato contro gli oppressi ha contrapposto e contrappone la violenza discriminata contro gli oppressori.

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Sulla vicenda del compagno Alfredo Cospito. Parla l’avv. Gianluca Vitale

Come i nostri lettori/lettrici abituali sanno, la nostra concezione della lotta per il comunismo è differente da quella dei compagni anarchici, sebbene tra comunisti rivoluzionari e anarchici rivoluzionari sia comune, da sempre, l’aspirazione ad una società senza classi e senza stato. Ciò non ci impedisce minimamente di considerare nostra la lotta che Alfredo Cospito ed altri compagni hanno intrapreso contro il 41 bis, strumento di vera e propria tortura di stato.

Nei giorni scorsi questa lotta è riuscita a perforare in qualche modo il muro di silenzio che doveva soffocarla, arrivando ad una cerchia sociale un po’ più ampia di quella solita. E poiché vogliamo fare il possibile per tenere desta l’attenzione e la denuncia su tale tematica e su questa resistenza ai soprusi dell’ordinamento giudiziario e penitenziario, pubblichiamo qui di seguito l’intervista che l’avv. Gianluca Vitale ha rilasciato tre giorni fa a Rossella Puca di Global Project.

Il ragionamento di Vitale si muove all’interno delle contraddizioni del sistema giuridico borghese, è evidente, segnato – nelle sue stesse contraddizioni – dall’irriformabile carattere di classe; nondimeno contiene elementi utili a comprendere, al di là del “caso” specifico, le linee di tendenza generali dell’operato di una magistratura sempre più allineata alle crescenti necessità repressive del sistema sociale di cui amministra la “giustizia”, che si esprimono anche attraverso sentenze “esemplari” per la loro brutalità, come quelle che hanno colpito in questi anni diversi compagni anarchici, ed altrettanto brutali per le forme in cui vengono eseguiteche nel caso del compagno Cospito molto somigliano ad una condanna a morte. (Red.)

Alfredo Cospito è approdato a due mesi di sciopero della fame. Come sappiamo è stato sottoposto al regime del 41 bis che sconta in isolamento, nel carcere di Bancali a Sassari. Il primo dicembre il suo caso è arrivato dinanzi al Riesame di Roma che proprio questa mattina ha respinto il reclamo della difesa. Abbiamo approfondito la questione con Gianluca Vitale, l’avvocato che segue la difesa di Anna Beniamino, detenuta nel carcere di Rebibbia e condannata assieme a Cospito per i due ordigni esplosi nella scuola allievi carabinieri di Fossano a Torino che non hanno provocato danni a nessuna persona.

1. La vicenda di Alfredo Cospito è approdata fortunatamente ad un livello di conoscenza generale, investendo gli attori politici attuali, in una fase politica, questa, che si è inaugurata proprio con un decreto legge, di fine ottobre scorso, che rafforza – piuttosto che depotenziarlo – l’ergastolo ostativo. Ci sono spiragli per un superamento? Siamo pronti ad una vera e propria pena costituzionalmente orientata?

Credo valga la pena ricordare quali siano le premesse della vicenda: Alfredo Cospito e Anna Beniamino sono stati condannati per il reato di strage cosiddetta politica, perché avrebbero collocato davanti alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano due ordigni artigianali, esplosi in orario notturno senza fare vittime né feriti, che hanno causato danni materiali non particolarmente significativi (non hanno interessato in alcun modo la stabilità e funzionalità dell’edificio), a seguito di un processo altamente indiziario.

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