Solidarietà ai sindacalisti bielorussi arrestati! – Confederazione del lavoro della Russia

In Bielorussia il 20 aprile il governo ha fatto arrestare i dirigenti della confederazione sindacale Congresso dei Sindacati Democratici BKDP, che si erano pronunciati contro la guerra della Russia in Ucraina, sequestrando loro pc, cellulari, etc., e perquisendo diverse abitazioni. Fatto importante: è qui Il Comitato esecutivo della Confederazione del Lavoro della Russia che dichiara il suo pieno e incondizionato appoggio al BKDP e chiede la liberazione di tutti gli arrestati. (Red.)

Bielorussia: la Confederazione del Lavoro della Russia (KTR) sostiene il Congresso bielorusso dei sindacati democratici (BKDP)

Il Comitato esecutivo della Confederazione del Lavoro della Russia dichiara il suo pieno e incondizionato sostegno alla nostra organizzazione fraterna – il Congresso bielorusso dei sindacati democratici (BKDP).

Il 19 aprile 2022, le forze di sicurezza della Repubblica di Bielorussia hanno arrestato i dirigenti del BKDP e delle sue organizzazioni affiliate: Alexander Yaroshuk, Sergei Antusevich, Irina But-Gusaim, Alexander Evdokimchik, Vitaly Chichmarem, Yana Malash, Mikhail Gromov, Vasily Beresnev, Gennady Fedynich, Dmitry Borodko, Vatslav Oreshko, Nikolai Sharakh, Alexander Bukhvostov. In precedenza, Olga Britikova, Zinaida Mikhnyuk, Yury Shcherbakov sono stati arrestati. Tutte queste persone sono ancora tenute in centri di detenzione preventiva. Un certo numero di altri attivisti detenuti sono stati rilasciati su cauzione a condizione che non escano dal territorio e non facciano rivelazioni. Si sono persi i contatti con i singoli membri dei sindacati e il loro destino è sconosciuto. Al momento, secondo le informazioni ricevute dalla KTR, la maggior parte dei detenuti affronta accuse penali che includono pene associate a lunghi periodi di detenzione.

Il lavoro del BKDP come centro sindacale nazionale è completamente paralizzato.

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Repressione statale 3 – Operazione Collettivo autonomo lavoratori portuali, Genova

Oggi è uscita una conferenza stampa del CALP e di Genova Antifascista che riportiamo integralmente. Chi tocca uno tocca tutti. Solidali con i compagni e le compagne. Di seguito video e testo di accompagnamento del CALP. Di seguito il comunicato di solidarietà di USB nazionale.

Collettivo Comunista Genova City Strike-NST

La Digos ha perquisito le case di alcuni compagni del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova (CALP) su ordine della Procura. I reati contestati riguardano la attività sindacale e antimilitarista in porto, con preciso riferimento alle lotte nei confronti delle navi saudite Bahri con i suoi carichi di armi pesanti e esplosivi destinati alla guerra in Yemen e in Siria.
Dallo sciopero indetto due anni fa per bloccare un carico destinato alla guerra in Yemen su una Bahri, a oggi, passando per la manifestazione di un anno fa contro il transito di esplosivi a bordo di un’altra Bahri dagli USA diretto alla guerra siriana, gli armatori sauditi attraverso l’agenzia genovese Delta e il Terminal GMT avevano chiesto a più riprese alla Procura la testa dei portuali del CALP. Per quale colpa?
La colpa di avere messo in pratica in questi due anni, con le associazioni e i movimenti contro la guerra e per i diritti civili ciò che il Parlamento ha approvato poco dopo lo sciopero nel porto di Genova del 2019 e confermato alla fine del 2020: lo stop alla vendita di bombe e missili ad Arabia e Emirati, utilizzati per colpire la popolazione civile in Yemen.

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Repressione statale, 4 – Operazione Lince, Sardegna, appello delle madri di 45 militanti anti-militaristi

Il giorno 15 aprile p. v. si terrà a Cagliari l’udienza preliminare in cui il tribunale di Cagliari dovrà decidere se rinviare a giudizio o no 45 militanti antimilitaristi attivi nella lotta contro le basi NATO di cui è disseminata la Sardegna. Qui una lettera di un gruppo di loro madri.

Siamo un gruppo di Madri dei 45 giovani sotto processo per l’operazione Lince.

Dall’inizio del processo contro i nostri figli e altri attivisti dei movimenti contro le basi militari, ci ritroviamo davanti al tribunale di Cagliari ogni volta che le nostre forze e i nostri impegni di lavoro e di cura delle nostre famiglie ce lo consentono.

Ci ritroviamo davanti al tribunale di Cagliari per chiedere, attraverso la nostra presenza, che sia posta fine a questa volontà repressiva mirata ad annichilire gli ideali, i sogni e i progetti, non solo dei nostri figli, ma di un’intera generazione, attraverso operazioni poliziesche e giudiziarie persecutorie che hanno prodotto accuse gravissime ed esorbitanti rispetto alla realtà dei fatti cui si riferiscono.

L’Operazione Lince è un’inchiesta della procura di Cagliari sviluppatasi, a partire dal 2014, nei confronti di movimenti e associazioni impegnati nelle lotte e nelle manifestazioni contro l’occupazione militare della Sardegna, contro le basi Nato e contro le devastanti esercitazioni militari che vi si svolgono.

La chiusura delle indagini ha portato ad una quantità di accuse che vanno, in un crescendo spropositato, da reati connessi alle manifestazioni di piazza, fino all’accusa gravissima di Associazione con finalità di terrorismo.

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