Ai lavoratori degli appalti Fincantieri/To Subcontract Workers

[ENGLISH VERSION]

Lavoratori degli appalti,

in Italia è in corso da anni una lotta che vi riguarda da vicino: la lotta dei lavoratori della logistica, in grandissima parte immigrati.

Vi riguarda da vicino perché è una lotta contro condizioni di lavoro semi-schiavistiche, molto simili a quelle che si vivono, spesso, anche in questo cantiere, contro la precarietà (il lavoro a scadenza), contro il mancato pagamento dei salari, contro le violazioni ai contratti collettivi, contro la presenza di forze mafiose negli appalti e nelle cooperative.

Con l’unità tra lavoratori immigrati di molte nazionalità (del mondo arabo, dell’Asia, dell’Est Europa) e lavoratori italiani, con l’auto-organizzazione dei lavoratori nel SI-Cobas, con scioperi forti e determinati, questa lotta contro padroni potenti come TNT, DHL, Ikea, Granarolo, Lega Coop, SDA, GLS, BRT, etc. ha ottenuto risultati importanti sul salario, gli orari, il rispetto dei contratti, la continuità del lavoro. E ha posto una grande questione che riguarda tutti i lavoratori degli appalti: l’assunzione dei lavoratori degli appalti da parte delle imprese committenti.

Da questa lotta è nato il libro/DVD “Carne da macello”, che sarà presentato …

VENERDÌ 23 GIUGNO, ALLE ORE 18 NELLA SALA A PIANO TERRA DEL MUNICIPIO DI MARGHERA

 Verranno a presentarlo i protagonisti di queste lotte:

  •  Abdellhillha (Abdullah) Lobi
  • Pape Ndiaye
  • Peppe D’Alesio
  • Simone Carpegiani
  • Aldo Milani (SI-Cobas National Coordinator)

 

Comitato di sostegno ai lavoratori Fincantieri
piazzale Radaelli 3, Marghera – comitatosostegno@gmail.com

Contratto dei metalmeccanici: tutto fermo, salvo i padroni e la repressione anti-operaia.

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[fonte immagine: http://www.lettera43.it/economia/aziende/45078/alcoa-passera-pessimista.htm]

A che punto è la vertenza sul contratto dei metalmeccanici? Ad un punto morto, per ora. Perché la Federmeccanica ha messo sul tavolo condizioni pesantissime, e dichiarato apertamente che non ha alcuna fretta di concludere un nuovo contratto. O il contratto si fa alle loro condizioni, o i padroni della metalmeccanica ne faranno volentieri a meno, facendo valere i rapporti di forza che gli sono, al momento, favorevoli anche per l’appoggio incondizionato che gli assicura il governo Renzi.

Le condizioni padronali sono note, perciò le richiamiamo in breve: 1) svuotamento pressoché totale del contratto nazionale, che da ora in poi servirà solo a definire un ‘quadro’ di principi, comunque tutti derogabili a livello aziendale, e i minimi salariali; 2) niente aumenti salariali per il 2016, e dal 2017 in avanti aumenti salariali subordinati agli incrementi di produttività, alla redditività delle imprese, al tasso di inflazione, alla accettazione delle ‘flessibilità’, e riservati solo a una parte dei lavoratori; 3) fine di ogni forma di automatismo, e cancellazione degli scatti di anzianità; 4) totale flessibilità nell’impiego della forza-lavoro in fatto di orari e straordinari; 5) integrale subordinazione dei PAR (permessi retribuiti) alla ‘prestazione effettiva’ e possibilità di monetizzarli; 6) nessun ruolo delle RSU in materia di ‘flessibilità’ e applicazione del Job’s Act; 7) massimo sviluppo del cosiddetto ‘welfare aziendale’. Con questa loro contro-piattaforma d’attacco i padroni puntano a ridurre salari e diritti, e mirano al contempo alla aziendalizzazione e ‘fidelizzazione’ integrale dei propri dipendenti e delle loro famiglie sul modello statunitense e giapponese. È altrettanto chiara la valenza politica di tutto ciò: approfondire la concorrenza e le divisioni nella classe lavoratrice, ostacolare il più possibile la sua ricomposizione unitaria in un comparto-chiave di essa, i metalmeccanici. Continua a leggere Contratto dei metalmeccanici: tutto fermo, salvo i padroni e la repressione anti-operaia.

Cosa succede veramente alla Bormioli

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Comunicato sulla vertenza Bormioli – Si-Cobas
A un mese dal suo inizio facciamo chiarezza su contenuti e prospettive.

Lo sciopero dei facchini del SI-Cobas, iniziato il 23 dicembre, prende le mosse dall’ennesimo cambio appalto, che è un meccanismo legalizzato dalle politiche attuali e che flagella il settore della logistica e dei trasporti – settore in cui imperversano consorzi di cooperative intermediarie, rispondenti all’esigenza di controllo della forza lavoro, flessibilità e di riduzione sistematica del suo costo.

Un cambio appalto, quello in Bormioli, segnato da un accordo sindacale siglato dal CAL (consorzio entrante) con la CGIL (sindacato largamente minoritario nel magazzino prima del cambio: 4 iscritti), che cancella in un sol colpo diritti acquisiti nel tempo quali scatti di anzianità e livelli di inquadramento.

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