Avete ascoltato il discorso d’investitura di Trump? Oltre il prevedibile sciame di virus sciovinisti – la Brave America, l’America nazione eccezionale nella storia del mondo, il destino americano come destino di comando, e via nauseando – contiene una notizia che ha del sensazionale: oggi la grande, potente, invincibile Amerika, l’Amerika “per cui nulla è impossibile”, secondo Trump, è ad un solo passo dal baratro, minacciata dal socialismo, dai marxisti, dalla sinistra radicale, dall’anarchia. Che il miliardiario bianco Joe Biden possa essere l’uomo di paglia del socialismo marxista impersonato da Bernie Sanders, è una boutade degna di quell’impunito, efficace demagogo che Trump è.
Resta però, il fatto sensazionale: gli Stati Uniti d’America, per un intero secolo il baluardo dell’anti-comunismo, il gendarme universalmente presente dell’ordine capitalistico, in grado di attingere a inesauribili arsenali di merci, bombe, dollari, film, per bocca del loro comandante in capo, ammettono che il nemico di sempre, che sognavano di avere definitivamente schiacciato, è invece vivo, ed è ricomparso minaccioso addirittura dentro le mura di casa con i movimenti di piazza urbani e i suoi pericolosi agitators. Il rischio paventato da Trump, con un’accorta esagerazione propagandistica, è che questo nemico possa arrivare ad issare la propria bandiera sulla Casa Bianca oltraggiando a morte l’inviolabile tempio della sacra libertà, la libertà di sfruttare a volontà e assassinare esseri umani e natura non umana. Del resto, al di là delle esagerazioni propagandistiche, una delle tante dimostrazioni del BLM lo aveva costretto a rintanarsi in fretta e furia nei sotterranei blindati del palazzo presidenziale, un ‘piccolo’ fatto di un certo interesse, per noi.
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