Carovita, guerra, crisi, devastazioni, sfruttamento e repressione: cambiano i governi, ma il capitalismo è sempre più sinonimo di barbarie.
Rilanciamo l’opposizione proletaria ai piani di miseria, al militarismo e alle politiche di macelleria sociale dei padroni.
Costruiamo un’agenda di lotta per il prossimo autunno che ponga al centro la necessità di un vero sciopero generale.
DOMENICA 18 SETTEMBRE, ORE 11,00- ASSEMBLEA NAZIONALE A BOLOGNA
L’invasione russa dell’Ucraina, oramai in corso da oltre sei mesi, ha impresso una nuova, impressionante accelerazione alla crisi capitalistica mondiale: la competizione tra i principali blocchi imperialisti ha assunto apertamente il carattere di uno scontro militare, seppure (per ora) ancora “per procura”.
La corsa frenetica al riarmo, e la moltiplicazione dei teatri di contesa politico-militare (su tutti Taiwan) si innesta in un contesto di crisi strutturale del capitalismo, con il peggioramento delle condizioni dei proletari delle metropoli capitalistiche ed un’ulteriore, drammatica caduta delle condizioni di vita delle masse povere delle aree capitaliste più arretrate del pianeta, le crisi finanziarie dello scorso decennio, la catastrofe ambientale-climatica e, in ultimo, la pandemia di CoViD.
L’aumento vertiginoso del prezzo del gas naturale, dell’energia e, con esse, dei beni di prima necessità, sta già da mesi falcidiando il potere d’acquisto dei salari: di fronte alle previsioni di aumento delle bollette in autunno dal 100% fino al 300% in Italia, le blande misure varate dal governo Draghi coi “Decreti aiuti” (tutte sbilanciate a favore delle imprese) si riveleranno dei miseri palliativi, soprattutto a fronte di una nuova impennata di richieste di accesso alla CIGS (già cresciute del 45% nel semestre gennaio-giugno 2022) e di una probabile nuova ondata di licenziamenti di massa, coi quali i padroni punteranno, come sempre, a scaricare sulle spalle dei lavoratori e dei proletari l’aumento dei costi aziendali derivante del caro-energia.
Nel bel mezzo di questa “tempesta perfetta” abbiamo assistito alla rapida eclissi del “governo dei migliori” (sostenuto dalla quasi totalità dei partiti borghesi) e allo scioglimento delle camere. Il triste quanto scontato gioco dello scaricabarile tra i partiti dell’ex “maggioranza bulgara” a sostegno di Draghi, cela in realtà la presa d’atto del fallimento politico dei “tecnici” nel governare una crisi di tale portata, e la volontà di cedere la “patata bollente” ad altre coalizioni di partiti (presumibilmente la destra reazionaria di Meloni e Salvini). Non prima, però, di aver salvaguardato i profitti dei padroni e della grande borghesia con la pioggia di miliardi del PNRR da mettere al sicuro entro settembre.
Ci ritroviamo ora di fronte all’ennesimo teatrino elettorale borghese: una liturgia che serve solo a definire quali saranno le politiche di peggioramento delle condizioni di vita dei proletari e gli sfruttati, i quali, non a caso, si fanno stordire meno di un tempo dai mulinelli di chiacchiere delle kermesse elettorali e ad ogni tornata vanno ad ingrossare sempre più il bacino dell’astensione.
Continua a leggere Carovita, guerra, sfruttamento e devastazioni. Costruiamo un agenda di lotta per l’autunno, Bologna, 18 settembre – SI Cobas