Guarda il video sulla lotta alla Bormioli!
#CONTRO LA REPRESSIONE DELLE LOTTE NELLA LOGISTICA
#PER I FACCHINI DELLA BORMIOLI
#CONTRO L’ATTACCO BORGHESE AI DANNI DEI LAVORATORI
#PER L’UNITA’ DI TUTTI I LAVORATORI CONTRO GLI ATTACCHI GOVERNATIVI ALLE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO
GUARDA IL VIDEO SULLA LOTTA ALLA BORMIOLI!
Di seguito pubblichiamo l’intervento finale manifestazione Parma del 30 gennaio 2016 del Coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani [fonte immagine http://www.parmatoday.it/foto/cronaca/bormioli-mille-facchini-in-corteo-a-parma/img_5591.html]
… per chi non ha chiaro qual è l’aspetto economico che caratterizza questa vertenza: sono 40 euro di differenza tra il quarto e il quinto livello, 40 euro per 30 persone sono 1.200 euro al mese. Questi preferiscono perdere per gli scioperi un milione e passa euro per non dare 1.200 euro ai lavoratori della Bormioli.
Lo scontro non è sull’aspetto salariale: è uno scontro politico! I padroni dicono apertamente: comandiamo noi in questa azienda e in questa città, e voi non vi potete opporre a quello che decidiamo noi.
E all’interno di questa rappresentazione dove ci sono tutti, dalle istituzioni ai partiti politici e ai sindacati, è soprattutto la Cgil che si presta a queste manovre, una Cgil che, nel Veneto e dalle altre parti dove siamo presenti con l’Adl, cerca di fare un operazione di esclusione di quelli che lottano e che portano avanti degli scioperi come i nostri.
Loro non possono portarci a una situazione di arretramento perché abbiamo la forza per vincere questa battaglia. Certamente la nostra iniziativa deve cercare di allargarsi agli altri settori dei lavoratori, ai disoccupati, agli studenti e alle altre situazioni che lottano in opposizione al governo. A questo governo che vuole in ginocchio i lavoratori, più la crisi aumenta, più i lavoratori devono pagare la crisi.
In questa ottica la nostra battaglia non è per difendere soltanto i 40 euro, ma per difendere il fatto che i lavoratori di fronte alla crisi possano dare una risposta certa. che è quella della difesa delle proprie condizioni e contemporaneamente cambiare questo sistema basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
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