Riprendiamo dal sito di Carmilla on line la bella recensione che Sandro Moiso ha scritto nei giorni scorsi sul libro della TIR, La guerra in Ucraina e l’internazionalismo proletario.
Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria, La guerra in Ucraina e l’internazionalismo proletario, Milano 2022, pp. 210, euro 10,00
Dal 24 febbraio ad oggi intorno al conflitto sviluppatosi in Ucraina non solo è cresciuto il numero delle vittime e dei caduti su entrambi i fronti, aumentata a dismisura la cifra dei danni e delle distruzioni e il prezzo delle materie prime (soprattutto grano e gas) toccate dall’andamento della guerra (oltre che dall’intramontabile speculazione commerciale e finanziaria), ma anche la quantità di menzogne narrate dalla propaganda delle parti coinvolte, dai governi, dai presunti esperti e dai vertici militari e diplomatici europei e statunitensi.
La “nebbia” di guerra, diffusa da bufale evidenti e narrazioni ben altrimenti architettate, però, non ha solo cercato di confondere l’opinione pubblica, che a dir del vero non sempre si è prestata così facilmente al discorso della guerra giusta oppure difensiva, ma è anche servita a creare spaccature non lievi all’interno di un pensiero e di una pratica antagonista che, dopo aver ignorato per decenni il discorso sulla guerra, non ha mancato di scoprire l’esigenza di schierarsi, troppo spesso, con l’uno o l’altro degli schieramenti in lotta.
Ben venga dunque il testo appena pubblicato dai compagni facenti riferimento alla Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria che, senza mancare di fornire abbondanza di dati sulle cause politiche, militari, economiche ricollegabili allo sfruttamento dei territori compresi nei grandi spazi che si estendono tra i confini orientali dell’Unione Europea e la Federazione degli Stati russi e alla loro importanza geopolitica, si sforzano nel tentativo di fornire una lettura internazionalista non soltanto degli avvenimenti inerenti al conflitto, ma anche ai compiti che l’antagonismo di classe dovrebbe darsi in un simile, drammatico e dirimente frangente.
Così, cominciando proprio là dove il libro si conclude con le sue appendici, appare utile ancora oggi la ripubblicazione dei due manifesti delle conferenze di Zimmerwald (settembre 1915) e di Kiental (1° maggio 1916) che posero le basi per l’opposizione internazionalista al primo grande macello imperialista. Il primo originariamente redatto da Lev Trotsky e successivamente emendato, che venne adottato dalla Conferenza Socialista Internazionale svoltasi a Zimmerwald, in Svizzera, a conclusione dei suoi lavori, l’8 settembre 1915. La sua approvazione fu preceduta da lunghe e vivaci discussioni, dovute soprattutto alle posizioni rivoluzionarie delle tendenze di estrema sinistra – capeggiate da V.I. Lenin e dai bolscevichi russi – che si opponevano all’atteggiamento pacifista della maggioranza dei delegati1.
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