Una regolarizzazione-beffa: per gli immigrati sempre e solo leggi speciali ammazza-diritti

IL CAPORALATO AGRICOLO |

Dopo infinite schermaglie è arrivato il provvedimento del governo Conte per la regolarizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati. Ed è un provvedimento-beffa.

Anzitutto i numeri. Per ammissione del governo ci sono oggi in Italia (almeno) 600.000 immigrati/e privi di permesso di soggiorno. Ebbene, il governo ha deliberato di regolarizzarne solo un terzo e a precise condizioni. Secondo la ministra degli interni Lamorgese, che d’ora in poi chiameremo LaSalvini, si tratterà di circa 200.000 persone (lo dice sul Corriere della sera di oggi, 14 maggio). Quindi il governo Pd-Cinquestelle ha deciso che gli altri 400.000 debbono restare irregolari, a completa disposizione del sistema delle imprese, incluse le intoccabili imprese della criminalità organizzata, che li supersfrutta beneficiando della loro irregolarità.

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Contro l’offensiva reazionaria: fronte di lotta anticapitalista!

  • SABATO 7 LUGLIO ORE MANIFESTAZIONE A MILANO, CONCENTRAMENTO PIAZZALE LORETO ORE 17,00
  • DOMENICA 8 LUGLIO ASSEMBLEA NAZIONALE, SEDE SI COBAS VIA AURELIO SAFFI, ORE 10,30

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Decenni di macelleria sociale, di attacco ai salari e di smantellamento di ogni forma di tutela sociale dentro e fuori i luoghi di lavoro hanno prodotto il collasso elettorale del PD, della sinistra di Stato e di tutti coloro che si sono resi complici di una stagione di austerity ordinata dai padroni per uscire dalla loro crisi generale, e pagata sulla pelle e col sangue di milioni di proletari.

Guerre, licenziamenti, precarietà, morti sul lavoro, tagli drastici alla spesa sociale, misure antisindacali, attacco al diritto alla casa, militarizzazione dei territori, dei confini e delle coste: utilizzo degli immigrati come manodopera supersfruttata messa alla mercè di padroni schiavisti in nome di una retorica ipocrita dell'”accoglienza” dietro cui si cela il business delle braccia ad opera di Onlus e sistema delle Cooperative; devastazioni ambientali, arresti e repressione nei confronti di chiunque si oppone a tutto ciò con gli scioperi e la lotta: questo il cumulo di macerie lasciato in eredità dai padroni e dai governi della “seconda Repubblica”.

Su queste rovine la destra di Salvini e il qualunquismo dei 5 Stelle hanno costruito la loro fortuna, speculando sulla disperazione e sulla paura di milioni di operai e disoccupati e indirizzando il malessere sociale verso la barbarie del razzismo e della guerra tra poveri.
Non sappiamo quanto durerà la “luna di miele” tra il governo Conte e i milioni di disperati e “disillusi” che ad esso si sono affidati; sappiamo però con certezza che chi soffia sul fuoco delle divisioni su base etnica e sull’odio xenofobo non potrà mai offrire nulla di buono ai lavoratori. Continua a leggere Contro l’offensiva reazionaria: fronte di lotta anticapitalista!

Lega-5S: Un governo trumpista, piccolo ma pericoloso. Contro cui lottare, senza se e senza ma

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Ha ragione Bannon, lo stratega dell’elezione di Trump alla Casa Bianca: la formazione del governo Lega-Cinquestelle non è solo un fatto italiano, è anche, e forse soprattutto, un evento della politica mondiale perché preannuncia un terremoto in Europa. L’euforia per quello che considera un suo successo personale, lo ha portato a dire: “Avete dato un colpo al cuore della bestia dell’Europa” (si riferisce alla Germania) e ai “fascisti di Bruxelles” (la Commissione Juncker). Fatta la tara, rimane un dato di fatto che è sfuggito a tanti: intorno alla formazione del nuovo governo italiano Lega-Cinquestelle si è combattuto un furioso scontro internazionale, che dice molto sul nostro futuro.

Il furioso scontro tra Stati Uniti e Germania/UE

Del resto, nei giorni convulsi della crisi politico-istituzionale, Mattarella l’ha ammesso apertamente quando ha dichiarato: “io sono tenuto a tutelare gli interessi degli investitori italiani e stranieri, degli operatori economici e finanziari che hanno in mano i titoli del debito di stato e le azioni delle aziende”. Ovvero: il potere politico nazionale, e quindi la formazione del governo, è subordinato al potere dei mercati finanziari e dei capitali globali, che mi (a me-Mattarella) hanno imposto il veto a Savona come ministro dell’economia. Attenzione: i capitali globali, e non soltanto europei. La borsa di Milano è in mano a 4 potenze finanziarie, tre delle quali non sono né tedesche né francesi, bensì statunitensi – il fondo Elliot, la Berkshire Hathaway di Buffet e Blackrock, la più grande società di investimenti del mondo, che gestisce 6.000 miliardi di dollari -, mentre la quarta è il fondo sovrano della Norvegia, uno stato che non fa parte dell’UE, né ha l’euro come moneta. Continua a leggere Lega-5S: Un governo trumpista, piccolo ma pericoloso. Contro cui lottare, senza se e senza ma

Contro il governo Lega-Cinquestelle

Dopo decenni di sacrifici sempre più duri per operai, precari, disoccupati, è nato il governo Lega- Cinquestelle, che si presenta con una novità: promette di restituire agli “strati popolari” almeno una parte di ciò che gli è stato rapinato dai governi “tecnici”, di centro-sinistra, di Forza Italia e Lega, del Partito democratico.

Molti lavoratori se lo aspettano. Sarà così?

Ecco alcuni fatti su cui riflettere. Continua a leggere Contro il governo Lega-Cinquestelle

L’Italie après les élections du 4 mars: inconnues et certitudes

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Par Pietro Basso, membre de la rédaction de Cuneo rosso, Marghera (Venise)

[https://alencontre.org/europe/italie/litalie-apres-les-elections-du-4-mars-inconnues-et-certitudes-i.html]

Le 4 mars a mis fin à la Deuxième République italienne. Cette dernière a vu le jour en 1992, avec la Loi de finances du président du Conseil des ministres Giuliano Amato [1], qui coûta 92’000 milliards de lires [2] aux salarié·e·s. Elle a pris fin avec les gouvernements du Parti démocratique (PD) de Matteo Renzi et Paolo Gentiloni [3], qui ont d’abord institutionnalisé la précarité structurelle du travail, puis ils l’ont étendue avec les stages estudiantins pratiquement gratuits. Entre deux, il y a eu une décennie marquée par Silvio Berlusconi [4] à la tête du gouvernement et la grande crise de 2008, qui ont ouvert la voie à la loi dite Fiscal compact [5] de 2012-2013, à l’introduction de la norme de l’équilibre budgétaire dans la Constitution et à la brutale contre-réforme des retraites (Loi Fornero) [6]. Pour les salarié·e·s, cette période représente un quart de siècle de sacrifices à répétition et de perte d’acquis, ayant généré un mal-être social diffus, que l’on peut qualifier d’aigu pour les plus jeunes et pour Italie du Sud.

Ce mal-être s’est exprimé de trois manières, lors des élections du 4 mars dernier. D’une part, par la croissance des abstentions, qui ont atteint le 27% (15% en 1992), en particulier parmi les jeunes votant pour la première fois et parmi les salarié·e·s qui votaient habituellement pour le PD. D’autre part, par la punition des deux partis qui jouaient le rôle de piliers de la deuxième République: Forza Italia de Berlusconi et le Parti démocratique de Renzi. Et enfin, par le succès du Movimento 5 Stelle [M5S, Mouvement 5 étoiles] et de la Lega [Ligue], vus comme de «nouvelles» [7] forces aptes à changer le cours des choses en positif. Continua a leggere L’Italie après les élections du 4 mars: inconnues et certitudes