Alla buon ora! Sullo sciopero dei metalmeccanici del 20.4.16

Lavoratori, lavoratrici,

ci sono voluti 13 incontri e 6 mesi perché i dirigenti di Fiom, Fim, Uilm prendessero atto che la Federmeccanica non intende spostarsi dalle sue posizioni oltranziste, forte anche del totale sostegno di Renzi&Co.

Questo, però, era chiaro da subito, da quando i padroni hanno precisato, una ad una, le loro pretese: zero aumenti salariali nel 2016 e nel 2017; quattro spiccioli solo per chi è ai minimi salariali. Taglio secco dei permessi. Peggioramento delle norme su straordinari, trasferimenti, trasferte. Aumento degli appalti, senza limiti; zero garanzie per gli occupati ai cambi di appalto. E, naturalmente, tanta produttività del lavoro in più. Vogliono tutto!

Di fronte all’oltranzismo padronale, i capi di Fiom-Fim-Uilm hanno fatto finta di non sentire, di non capire, congelando per mesi l’iniziativa dei lavoratori, sperando che Federmeccanica, riconoscente per un tale atteggiamento ‘responsabile’, aprisse uno spiraglio per la ‘trattativa’. Risultati? Sottozero. I padroni sono oltranzisti come prima, e più di prima.

Intanto in questi mesi lo scontento degli operai è cresciuto.

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Contratto nazionale e contratto aziendale: i padroni non si fermano.FIM-FIOM-UILM non si muovono. È più che mai necessario che a muoversi siano i lavoratori!

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Lavoratori, lavoratrici,

niente di nuovo sui fronti del contratto nazionale e di quello aziendale. Anche negli incontri dei giorni scorsi, infatti, Federmeccanica e Fincantieri hanno ribadito le loro pretese oltranziste.

Federmeccanica conferma: zero aumenti salariali nel 2016 e anche, di fatto, nel 2017 per il 95% dei metalmeccanici; 4 spiccioli solo per i minimi salariali. Taglio secco dei permessi. Peggioramento delle norme su straordinari, trasferimenti, trasferte. Aumento degli appalti, senza alcun limite; zero garanzie per gli occupati ai cambi di appalto. E, naturalmente, tanta produttività del lavoro in più!

Dopo aver intascato favolosi stipendi e bonus finanziati col taglio di 150/200 euro mensili alle buste paga di operai e impiegati, anche la banda-Bono conferma la sua arroganza. E’ decisa a scaricare sui lavoratori le difficoltà che ha in borsa, con la Vard (per la crisi dei prezzi del petrolio), in Canada (per i difetti della nave Gauthier), a Palermo (per la protesta dei lavoratori della mensa licenziati), in Friuli (per la vertenza legale dei dipendenti ETR). Insomma Bono&C. puntano tutto sul massimo sfruttamento del lavoro e sulle commesse militari: sul sudore e il sangue dei lavoratori.

Di fronte all’oltranzismo padronale, che si fa forte del totale sostegno del governo Renzi, i capi di FIOM-FIM-UILM sono increduli. Hanno congelato per mesi ogni iniziativa dei lavoratori, sperando che Federmeccanica e Fincantieri, riconoscenti per un tale atteggiamento ‘responsabile’, aprissero uno spiraglio per la ‘trattativa’. Risultati? Sottozero. I padroni sono più oltranzisti di prima.

C’è anche di peggio. Proprio in queste ultime settimane la FIOM ha preso una decisione gravissima: punire i delegati FIOM delle fabbriche Fiat-FCA di Melfi e di Termoli, dove la spremitura del lavoro è diventata insopportabile, per aver organizzato lo sciopero contro i sabati comandati, insieme ad altri organismi sindacali di base. E Landini, non contento di questa punizione, che fa? Si mette a lodare Marchionne per aver ‘salvato’ la Fiat!!! Sì: tagliando decine di migliaia di posti di lavoro, licenziando o confinando gli operai più combattivi, dimezzando i salari per i nuovi assunti (a Detroit), segando le pause, intensificando in modo disumano i ritmi di lavoro, azzerando le libertà sindacali. Alcuni piccoli particolari, evidentemente … Continua a leggere Contratto nazionale e contratto aziendale: i padroni non si fermano.FIM-FIOM-UILM non si muovono. È più che mai necessario che a muoversi siano i lavoratori!

Contratto dei metalmeccanici: tutto fermo, salvo i padroni e la repressione anti-operaia.

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[fonte immagine: http://www.lettera43.it/economia/aziende/45078/alcoa-passera-pessimista.htm]

A che punto è la vertenza sul contratto dei metalmeccanici? Ad un punto morto, per ora. Perché la Federmeccanica ha messo sul tavolo condizioni pesantissime, e dichiarato apertamente che non ha alcuna fretta di concludere un nuovo contratto. O il contratto si fa alle loro condizioni, o i padroni della metalmeccanica ne faranno volentieri a meno, facendo valere i rapporti di forza che gli sono, al momento, favorevoli anche per l’appoggio incondizionato che gli assicura il governo Renzi.

Le condizioni padronali sono note, perciò le richiamiamo in breve: 1) svuotamento pressoché totale del contratto nazionale, che da ora in poi servirà solo a definire un ‘quadro’ di principi, comunque tutti derogabili a livello aziendale, e i minimi salariali; 2) niente aumenti salariali per il 2016, e dal 2017 in avanti aumenti salariali subordinati agli incrementi di produttività, alla redditività delle imprese, al tasso di inflazione, alla accettazione delle ‘flessibilità’, e riservati solo a una parte dei lavoratori; 3) fine di ogni forma di automatismo, e cancellazione degli scatti di anzianità; 4) totale flessibilità nell’impiego della forza-lavoro in fatto di orari e straordinari; 5) integrale subordinazione dei PAR (permessi retribuiti) alla ‘prestazione effettiva’ e possibilità di monetizzarli; 6) nessun ruolo delle RSU in materia di ‘flessibilità’ e applicazione del Job’s Act; 7) massimo sviluppo del cosiddetto ‘welfare aziendale’. Con questa loro contro-piattaforma d’attacco i padroni puntano a ridurre salari e diritti, e mirano al contempo alla aziendalizzazione e ‘fidelizzazione’ integrale dei propri dipendenti e delle loro famiglie sul modello statunitense e giapponese. È altrettanto chiara la valenza politica di tutto ciò: approfondire la concorrenza e le divisioni nella classe lavoratrice, ostacolare il più possibile la sua ricomposizione unitaria in un comparto-chiave di essa, i metalmeccanici. Continua a leggere Contratto dei metalmeccanici: tutto fermo, salvo i padroni e la repressione anti-operaia.

Coordinamento nazionale di lotta tra i lavoratori metalmeccanici

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Cari compagni,

quello che segue è un documento frutto della prima assemblea nazionale dei metalmeccanici svoltasi presso la sede nazionale del SI Cobas lo scorso 4 ottobre.

Tra l’altro si è con questa assemblea deciso di redigere una proposta di piattaforma unitaria per il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici, sulla cui base sviluppare iniziative e costruire relazioni stabili tra tutti quei settori operai che intendono opporsi agli indirizzi di FIM-UILM-UGL e dello stesso gruppo dirigente FIOM.

Trovate qui seguito questo documento. In questo blog trovate anche un testo di agitazione che riassume quello distribuito alla Fincantieri di Marghera il 10 novembre.

Sulla base del documento uscito dall’assemblea del 4 ottobre vi proponiamo inoltre di costruire assieme una giornata nazionale di confronto sul rinnovo del CCNL e sul tema dei licenziamenti politici per il prossimo 5 dicembre (il luogo è ancora da definire).
SPAZIO
Chiunque intenda aderire all’appello e/o al volantino può farlo sia a titolo collettivo (sindacato, area sindacale, comitato, ecc.) che individuale (specificando il luogo di lavoro ed eventualmente la struttura sindacale/comitato d’appartenenza), inviando una e-mail al nostro Comitato (comitatosostegno@gmail.com) e all’indirizzo del compagno del SI-Cobas nazionale, Peppe D’Alesio.
SPAZIO
Buona lettura e cari saluti a tutti voi
Comitato di sostegno ai lavoratori della Fincantieri

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Contratto nazionale: all’arroganza dei padroni rispondiamo con la lotta e l’affermazione dei bisogni dei lavoratori!

Lavoratori, lavoratrici,

Federmeccanica ha scoperto le sue carte: ci vuole togliere salario (75 euro mensili da restituire), aumentare l’orario, imporre la massima produttività, impedire di organizzarci e difenderci sui luoghi di lavoro. E ricatta: o si fa il contratto che vogliamo noi, o niente contratto.

È una dichiarazione di guerra. I padroni si sentono forti per l’appoggio totale del governo Renzi e la complicità dei burocrati sindacali. Fim e Uilm, si sa, sono da tempo disposti ad accettare tutto. Ma anche la Fiom sostiene che il contratto deve rafforzare “la capacità competitiva delle imprese”, ed è pronta a cedere sulla flessibilità degli orari, a subordinare gli aumenti salariali ai profitti delle aziende, a subìre la limitazione del diritto di sciopero e di organizzazione sindacale, etc.

Ancora una volta, è la politica dei ‘sacrifici necessari’ per ‘salvare l’economia nazionale’. Ma negli ultimi venti-trent’anni, accettando di fare sacrifici, che risultato abbiamo raggiunto? Sono aumentati solo sfruttamento, disoccupazione, precarietà, arroganza padronale.

È venuto il momento di dire basta e affermare con la lotta le nostre necessità:
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