Continua a leggere Venezia, 27 giugno: Un presidio per la Palestina più affollato del previsto
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Ritorniamo in piazza, per la giornata nazionale di iniziativa contro la Confindustria e il governo Conte indetta dal Patto di unità d’azione per un fronte unico di lotta anti-capitalista, nato su spinta del SI Cobas. Qui di seguito la lettera di invito di alcuni giorni fa, e le prime adesioni.
Care/i compagne/i e amici/amiche,
vi scriviamo per proporvi di ritornare insieme in piazza sabato 6 giugno a Mestre, alle ore 17, nella piazzetta dietro Coin, per una iniziativa che segni la fine della “quarantena sociale” (e dei movimenti di lotta) che ci è stata imposta dall’abbinata Governo/Regione.
Di temi da riportare in piazza ce ne sono fin troppi.
Anzitutto, e prima di tutto, la difesa della salute nel ritorno al lavoro e sui luoghi di lavoro, tutt’altro che garantita (e non solo nei confronti del Covid-19, basta pensare al recente “incidente” annunciato alla 3V Sigma a Marghera), sui territori (basta ricordare solo la vicenda Pfas, tuttora irrisolta, emblema di un’area piena di crimini ambientali), nelle Rsa.
In secondo luogo, davanti all’impatto di una crisi che si preannuncia devastante in termini di perdita di posti di lavoro e di estremizzazione della precarietà, la difesa dai licenziamenti, la difesa del potere d’acquisto dei salari e la rivendicazione della riduzione drastica e generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario e del salario garantito per i disoccupati.
E non è di scarsa importanza la questione della riapertura delle scuole e delle università contro il tentativo di stabilizzare la didattica on line, che è un pericoloso strumento di ulteriore atomizzazione della vita sociale, e colpisce in modo particolarmente duro gli studenti degli strati sociali più svantaggiati, i figli degli immigrati, e le donne che hanno sopportato il peso maggiore nella “fase 1” e sono costrette in molti casi a scegliere tra la cura dei figli e il lavoro.
Il disastro sanitario ed economico nel quale siamo stati precipitati non è frutto del caso; è il risultato scontato di uno sregolato saccheggio della natura e di un brutale taglio delle strutture sanitarie in nome della “austerità” (per le sole classi lavoratrici). Questo disastro in tutto e per tutto capitalistico non deve essere pagato dalle lavoratrici e dai lavoratori. Ed è per questo che siamo contro l’ingigantimento del debito di stato, che verrà accollato alle classi lavoratrici, per una patrimoniale che sia a esclusivo carico del 10% più ricco della popolazione che dispone di più del 40% della ricchezza nazionale, e per l’immediato abbattimento delle spese militari. Solo in questo modo si potrà mettere mano alle enormi emergenze sociali venute allo scoperto, senza ricominciare tutto come prima e più di prima con la dittatura del profitto su ogni ambito della vita sociale.
Si tratta, anche, di riaffermare con la ripresa della mobilitazione (già avvenuta in molti magazzini della logistica con il protagonismo dei lavoratori immigrati e all’llva di Genova) il diritto allo sciopero, alla manifestazione, all’organizzazione sui luoghi di lavoro – diritti tutt’altro che scontati in presenza di una Confindustria più aggressiva che mai e di una evidente stretta autoritaria e repressiva da parte del governo Conte.
Un governo Conte che non ha perso l’occasione di manifestare in questi giorni la sua piena condivisione al governo Netanyahu-Ganz impegnato ad espandere ulteriormente il territorio di Israele ai danni della popolazione palestinese, sempre più vessata a Gaza e in Cisgiordania, e a ottenere definitivamente lo status di capitale unica per Gerusalemme.
Mentre le destre si stanno mobilitando per catalizzare e deviare il malcontento di commercianti, artigiani, autonomi e settori di salariati in senso nazionalista, razzista e anti-operaio, è urgente che riprendiamo a mobilitarci lavorando per quel Patto di unità d’azione tra organismi del sindacalismo di base, movimenti di lotta nel sociale e organismi politici anti-capitalisti che si è stabilito nel mese di aprile in due assemblee telematiche molto partecipate, su iniziativa del SI Cobas.
Comitato permanente contro le guerre e il razzismo
Comitato di sostegno ai lavoratori Fincantieri (comitato.permanente@gmail.com)
Hanno aderito finora: CUB, Comunità palestinese del Veneto, PCL, Cuneo rosso, Fronte della gioventù comunista.
Nelle ultime settimane, in Algeria, in Libano, in Iraq, in Iran, milioni di giovani, di donne e di proletari di tutte le età si sono riversati nelle piazze con lo stesso grido di battaglia: basta con la corruzione, con il settarismo, con le divisioni interne, con le tasse sui poveri, la penuria, la disoccupazione, la fame! Basta con i nostri governi/regimi dispotici e ladri!
L’intifada araba è ripartita, e prende a suo bersaglio anche le manomissioni esterne, dei vecchi paesi colonialisti (tra cui l’Italia), di Stati Uniti e Russia, e delle nuove potenze regionali (Israele, petrolmonarchie, Turchia, Iran).
Rompiamo il silenzio su queste sollevazioni, impariamo dalla storia e dalla voglia di riscatto delle popolazioni in rivolta! Sosteniamo le lotte degli sfruttati e degli oppressi del Sud del mondo (dalla Palestina al Cile), e diamo voce al bisogno di rialzare la testa nei luoghi di lavoro e nella società, che anche qui cova sotto la cenere.
Uniamoci in un fronte anti-capitalista che fonda in una sola lotta comune, internazionalista le mobilitazioni contro lo sfruttamento del lavoro, la rapina imperialista delle risorse, le guerre, la devastazione del pianeta, la repressione!
Comitato permanente contro le guerre e il razzismo – Il Cuneo rosso
Info : comitato.permanente@gmail.com – com.internazionalista@gmail.com
This is the last part of the 3rd issue of our periodical the “Cuneo Rosso” on mass migration processes, ranging from their causes, starting from neocolonialism, to institutional racism in Italy and across Europe. A point is made that migration processes are a key issue for a young and multinational new proletarian movement resisting and fighting back 21 Century capitalist rotten society.
1 The profound and uncontrollable dynamics of global capitalism have produced a large-scale international migration movement. A movement that is growing daily as a result of the inequalities of development, of the foreign debt that strangles many countries in the South of the world, of the industrialization of agriculture of Africa, Asia and Latin America under the dominion of agribusiness, ecological disasters and neo-colonial wars, the need of rich countries to grab new immigrants to be exploited. This migratory movement is also directed towards the more developed areas of the South, but primarily towards the countries of the North of the world, including Italy.
2 These same dynamics have produced the largest industrial reserve army in the history of capitalism, about 1 billion unemployed and underemployed, a mass of “supernumerary” proletarians destined to grow further. In the countries of the South, but also in all the countries of the North of the world (Italy first, just ask the young people of the South). Continua a leggere Resist, Fight Back: 21 Theses on Neocolonialism and the War against Emigrants and Immigrants
Pubblichiamo qui l’articolo conclusivo del n. 3 del Cuneo rosso, che condensa in 21 punti l’analisi e la prospettiva politica contenute in questo numero della rivista. Il titolo originario è: Resistere e preparare il contrattacco. Per un nuovo movimento proletario rivoluzionario.