Abbiamo ricevuto da Alessio, uno “smart worker”, queste note “dal fronte interno” che molto volentieri pubblichiamo.
L’ideologia del “Green New Deal” capitalistico si sposa con l’ideologia dell’era della digitalizzazione. Ma il processo materiale di questo matrimonio non spinge verso il sogno.
In questi giorni di lavoro “coatto” da casa, mi sono soffermato a pensare che tutto sommato con la quarantena le mie giornate fossero cambiate di poco. Di mestiere sono un tecnico informatico da tanti anni, quindi so bene di cosa si tratta. Non è la prima volta certo che lavoro da casa, perché spesso i clienti della mia azienda (che è una multinazionale) sono altrettante compagnie straniere e quindi lavoro per i committenti “da remoto” e “comodamente da casa”. E quindi queste tre settimane possono essermi sembrate simili a tante altre giornate lavorative prima del coronavirus.
Poi improvvisamente ho fatto una semplice ricerca su internet, digitando queste semplici parole: “smartworking” e “covid19”. Si rimane sorpresi del numero notevole di risultati presentati: articoli di giornale, commenti, analisi sulla funzionalità del nuovo modello dell’organizzazione del lavoro e soprattutto tanto rammarico circa il ritardo che l’Italia ha rispetto alla diffusione del cosiddetto lavoro agile, tanto utile e tanto necessario soprattutto in giorni come questi.
Tutto questo entusiasmo mediatico mi è arrivato addosso come una vera doccia gelata: “altro che la mia vita non sia poi cambiata di molto!”. Perché tutta questa suonata, perché tutta questa propaganda? Quali sono i conti che non tornano più e le note che stonano assordanti su smart working, economia digitale e covid19? Continua a leggere Le meraviglie dello “smart working” al tempo del coronavirus