Dopo Draghi: molte incognite, due sole certezze

E dunque il nuovo uomo della provvidenza, acclamato dalle élite occidentali, da sindaci, da rettori, da Confindustria, dalla ‘grande’ stampa e pregato di restare al suo posto di comando anche da Landini, neanche lui ce l’ha fatta. Le conflittuali, incontrollabili pulsioni di sopravvivenza (o di volontà di riscossa) di quel pulviscolo di aggregati di interessi privati cui si sono ridotti i partiti parlamentari hanno fatto cadere il “governo di unità nazionale” capitanato da Draghi e fortemente voluto da Mattarella e dai grandi potentati nazionali e occidentali.

Ridurre la crisi di governo ai rigurgiti di un “ceto politico” italiano impazzito sarebbe, però, fuorviante. Come per la nascita e la morte del Conte-1 e del Conte-bis, infatti, la determinante fondamentale è internazionale. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha teso allo spasimo le relazioni tra lo storico blocco occidentale in declino e il nascente blocco Cina-Russia in ascesa. Ed il forsennato avventurismo con cui gli Usa si sono precipitati a rendere la guerra il più lunga e letale possibile per la Russia e per l’UE ha moltiplicato le difficoltà dell’economia italiana proprio nel momento in cui il governo Draghi faceva sognare qualcuno e prometteva di prolungare il rimbalzo dell’economia del 2021. È almeno dal 2011, con l’improvvisa perdita della Libia, che – sistematicamente – il capitalismo made in Italy esce malconcio dai momenti di più acuto scontro internazionale. La cosa si sta di nuovo verificando per effetto della guerra in Ucraina.

Continua a leggere Dopo Draghi: molte incognite, due sole certezze
Pubblicità

I governi cambiano, la disoccupazione resta! – Movimento di lotta disoccupati 7 novembre

La disoccupazione aumenta, il carovita aumenta, lo sfruttamento pure, le condizioni di vita, di lavoro e di non lavoro peggiorano.

In questo quadro di arretramento di diritti, salari e dignità, il nostro movimento ha rappresentato un elemento di controtendenza nella città capitale della disoccupazione.

Continua a leggere I governi cambiano, la disoccupazione resta! – Movimento di lotta disoccupati 7 novembre

Fermiamo l’offensiva contro il sindacalismo conflittuale. Terzo comunicato SI Cobas

FERMIAMO L’OFFENSIVA REPRESSIVA CONTRO IL SINDACALISMO CONFLITTUALE. ORE 12,00: CONFERENZA STAMPA FUORI ALLA QUESTURA DI PIACENZA

Col passare delle ore va delineandosi in maniera sempre più chiara il teorema accusatorio che è alla base delle misure cautelari emesse stanotte dalla procura di Piacenza.

Abbiamo da poco appreso che oltre all’arresto di Aldo, Arafat, Carlo e Bruno, sono stati coinvolti nell’inchiesta anche quattro esponenti nazionali e locali di Usb.

Continua a leggere Fermiamo l’offensiva contro il sindacalismo conflittuale. Terzo comunicato SI Cobas

Perché tutta questa “violenza” contro i disoccupati? – Movimento 7 novembre

ll Reddito di Cittadinanza, se da un lato permette a molti di noi di non sprofondare, ad ora sta funzionando come strumento infame delle amministrazioni per utilizzarne i percettori in lavori comunali, senza contratto, colmando la mancanza di personale che a parità di orario verrebbe pagato di più. Ma se servono giardinieri, spazzini, manutentori etc., perché non formare i disoccupati ed assumerli regolarmente?

Secondo recenti sondaggi dell’ISTAT in Italia vi sono circa 1.346.670 percettori del reddito di cittadinanza per una quota mensile media di 588 €.

I “furbetti” finora sgamati sono lo 0,4 %, ed il danno è stimabile intorno ai 35.280.000 €. l’anno.

I “furbetti” borghesi, invece, evadono intorno ai 110 MILIARDI di euro l’anno, mentre di media su 142.000 aziende ispezionate risultano irregolari 99.000 aziende, con un danno stimato intorno ad 1 miliardo e 270 milioni di euro.

Continua a leggere Perché tutta questa “violenza” contro i disoccupati? – Movimento 7 novembre

Coltano: né basi, né armi, né spese militari. Guerra alla guerra imperialista – SI Cobas

GUERRA ALLA GUERRA IMPERIALISTA

NÉ BASI NÉ ARMI NÉ SPESE MILITARI!

Dove insiste un Parco Naturale a Coltano, il governo guerrafondaio Draghi decide di usare 190 milioni di euro del Fondo di Coesione Sociale per occupare 74 ettari di terra per un ennesima base militare.

A Coltano, oggi, abbiamo risposto insieme a migliaia di abitanti, giovani, lavoratori e lavoratrici.

Il SiCobas c’è!

Sosteniamo questa lotta e colleghiamola alla prospettiva più generale di opposizione al nostro imperialismo e al governo dei padroni!

Nessuna base militare.

Né a Coltano, né altrove!

Leggi anche: Guerra alla guerra imperialista: basta basi e spese militari! – 2 giugno, a Coltano, Postato il