Il favoloso mondo della Brexit, 5. Una raffica di scioperi contro l’impoverimento di massa dei lavoratori

“Tutti chiedono aumenti in linea con l’inflazione e c’è una grande rabbia tra la gente per l’aumento del costo della vita dopo oltre dieci anni di tagli ai servizi pubblici. Per questo c’è una grande solidarietà con chi sciopera, nonostante i disagi”. Molto interessante.

Ritorniamo, con una quinta puntata, sugli stupefacenti miglioramenti che i lavoratori del Regno Unito avrebbero dovuto conseguire con la Brexit, e non hanno affatto conseguito. Al contrario!

Questa volta ci limiteremo in larga parte a trascrivere ciò che scrive oggi, 28 agosto, nientemeno che Il Sole 24 ore. La corrispondente da Londra Nicol Degli Innocenti verga un pezzo intriso di non innocente ironia sull’attuale condizione in Gran Bretagna, la cui stampa si diletta quotidianamente nel dileggiare le cose italiane. Ma gli elementi che porta sono dati di fatto incontrovertibili e parlanti.

Leggiamo:

“La Gran Bretagna sta facendo un tuffo nel passato. Non sta tornando alle lontane glorie dell’Impero tuttora rimpianto da tanti Tories, tra i quali Boris Johnson. (…) L’era verso la quale sta tornando la Gran Bretagna è più recente e decisamente poco gloriosa (…) Si profila infatti un altro ‘inverno del malcontento‘ come quello del 1978. La frase poetica, presa in prestito da William Shakespeare, è ormai associata a scene prosaiche come le migliaia di morti che non trovano sepoltura a causa dello sciopero dei becchini o le montagne di sacchi della spazzatura nelle eleganti piazze londinesi per la protesta degli addetti alla raccolta dei rifiuti”.

E qui comincia la descrizione (sommaria) della catena degli scioperi in corso o in preparazione.

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