Dal Brasile a Napoli: solidarietà ai disoccupati/e organizzati – Movimento 7 novembre

DAL BRASILE A NAPOLI: SOLIDARIETÀ AI DISOCCUPATI/E ORGANIZZATI.

Con orgoglio ed emozione pubblichiamo, tra i tantissimi comunicati di solidarietà che ci stanno arrivando, quelli di due importanti organizzazioni di lotta sindacali dal Brasile: CSP-Conlutas/BA e Sindjufe-BA – Gestione Unità nella Resistenza Salvador, Bahia, Brasile

La nostra lotta supera i confini nazionali e ricorda a tutti noi che i proletari di tutto il mondo devono unirsi.

COMBATTERE NON È REATO!

CSP-CONLUTAS/BA è solidale con i lavoratori del Movimento “disoccupati 7 novembre” e “Cantiere 167 Scampia” di Napoli, Italia

Tutta solidarietà alla classe operaia che lotta!

La storia dell’umanità è la storia delle lotte di classe, e quella che vive del suo lavoro è quella che produce davvero valore per il Paese in cui vive. Tuttavia, i detentori dei mezzi di produzione e i grandi dirigenti del capitale usurpano posti di lavoro e il diritto della gente ad accedere a questi, creando masse di disoccupati che aumentano a ogni crisi naturale o strutturale del capitalismo.

E quando si uniscono nella ricerca di lavoro e diritti, vengono oppressi e vilipesi, come se fossero usa e getta e superflui. Non lo sono! Sono loro che muovono l’economia e sostengono il Paese!

La CSP Conlutas Centrale sindacale e popolare solidarizza con i lavoratori e le lavoratrici dei movimenti “Disoccupati 7 novembre” e “Cantiere 167 Scampia”, e chiede rispetto alla classe che lotta per il lavoro e i diritti!

Nel manifesto che sta circolando virtualmente, i movimenti unificati affermano giustamente che lamentarsi per un lavoro stabile e sicuro non è un reato, ma un diritto, e che lottare per i diritti non è un reato! Invitiamo le organizzazioni dei lavoratori a sostenere i movimenti di lotta.

CSP-Conlutas/BA, Brasile

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Sindjufe-BA sostiene il movimento dei disoccupati a Napoli

Tutta la solidarietà alla classe che vive di lavoro e con il suo lavoro costruisce il paese. I lavoratori non hanno causato la crisi del capitale, non devono pagare questa bolletta! I disoccupati, che lottano per un lavoro e compongono i movimenti “Disoccupati 7 novembre” e “Cantiere 167 Scampia” di Napoli, in Italia, sono da mesi oggetto di processi e accuse e, più recentemente, di repressione della polizia nelle loro manifestazioni di strada, come se fossimo nel XVIII o XVIII secolo!

Da quasi 10 anni questi movimenti lottano “per ottenere un lavoro stabile e sicuro o uno stipendio garantito, vivendo della leadership collettiva di famiglie che soffrono di un’inflazione vertiginosa e della distruzione totale di ogni forma di assistenza sociale”. Sindjufe Bahia sostiene la resistenza dei lavoratori e dei lavoratori e esorta tutta la classe di tutto il mondo a fare lo stesso perché siamo stanchi di vedere l’incasinamento delle contraddizioni del capitale, causato da lui stesso, portare precarietà alle nostre vite e violenza ai nostri corpi!

Nel manifesto che sta circolando virtualmente, i movimenti unificati affermano giustamente che lamentarsi per un lavoro stabile e sicuro non è un reato, ma un diritto, e che lottare per i diritti non è un reato! Ci aggiungiamo a coloro che sostengono i movimenti e chiediamo che altre entità si uniscano a noi, inviando una mail a mov7nov@gmail.com specificando nome e/o entità/attività/ Stato e Paese, nonché messaggio tramite Facebook, sulle pagine “Si cobas Napoli” e “Politico Iskra” o Instagram sul profilo @iskra. nella.

Partecipa a questa battaglia! È per i nostri compagni, è per noi!

Sindjufe-BA – Gestione Unità nella Resistenza

Salvador, Bahia, Brasile

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Dal Giappone e dalla Corea un forte messaggio internazionalista contro guerre e riarmo (italiano – English)

Riportiamo di seguito due comunicati provenienti dal Giappone, rispettivamente di due comitati anti-militaristi e dei sindacati di ferrovieri del Giappone (Doro Chiba) e della Corea.

Il primo comunicato chiama alla mobilitazione contro il vertice G7 che si terrà a maggio in Hiroshima, a parole contro l’uso delle armi nucleari (nella città in cui per prima hanno seminato morte e distruzione ad opera degli Stati Uniti), nei fatti per proseguire la guerra in Ucraina contro la Russia e far salire di grado il confronto con la Cina, mentre lo stesso Giappone riarma ed espande le centrali nucleari, potenziali fonti di materiale per la produzione di armi nucleari.

Entrambi i comunicati, oltre a chiedere che si fermi la guerra in Ucraina, denunciano il colossale riarmo deciso dal governo Kishida (per un importo equivalente a 300 miliardi di euro in 5 anni, 3 volte l’entità del riarmo tedesco), visto in funzione di un possibile futuro attacco alla Cina. Questo mentre il Wall Street Journal rivela che gli Stati Uniti hanno deciso di aumentare i propri istruttori militari presenti a Taiwan (da 30 a circa 200).

Ferma da parte di entrambi i comunicati la denuncia dell’imperialismo giapponese, delle sue guerre di rapina condotte nella prima metà del secolo scorso che provocarono 20 milioni di morti, e l’opposizione alla revisione costituzionale per abolire le limitazioni al riarmo (di fatto già in gran parte aggirate), così come l’indicazione dell’unità internazionale dei lavoratori quale unica forza che può opporsi alle guerre imperialiste rovesciando il capitalismo che le alimenta. Al tempo stesso viene denunciata la repressione del governo coreano contro il combattivo sindacato KCTU.

Condividiamo lo spirito internazionalista dei compagni giapponesi e coreani. Ci accomuna l’indicazione di lotta contro tutti gli imperialismi a partire dal “nemico in casa nostra” e la volontà di unire su queste basi le avanguardie internazionaliste. (Le redazioni del Pungolo rosso e di Combat-Coc)

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Fermare subito la guerra in Ucraina!

Impedire la guerra di aggressione alla Cina!

Far fallire la conferenza degli imperialisti per la guerra nucleare!

Fermare la guerra nucleare mondiale con l’unità dei lavoratori!

Appello alla lotta per far fallire il vertice del G7 di Hiroshima del 19 maggio

Cari colleghi di tutto il paese e di tutto il mondo!

Il vertice del G7 2023 si terrà a Hiroshima dal 19 al 21 maggio. Non è una conferenza per il disarmo nucleare, ma per propagare le fiamme della guerra in Ucraina e una guerra nucleare di aggressione alla Cina, guidata dall’imperialismo statunitense e giapponese. Facciamo fallire il Vertice di Hiroshima del G7 per fermare immediatamente la guerra in Ucraina, per impedire la guerra di aggressione alla Cina e per bloccare la guerra nucleare globale!

Fermare la guerra in Ucraina, ora!

Dallo scoppio della guerra in Ucraina, i governi “occidentali” e i media hanno denunciato “l’invasione russa sotto Putin”, lodando il regime di Zelensky e inviando armi all’Ucraina.

Tuttavia, questa guerra è causata dal tentativo di integrare l’Ucraina nella NATO, promosso sotto la guida dell’imperialismo statunitense. In risposta, il regime di Putin ha iniziato a contrastare questa mossa, utilizzando la forza militare. Si tratta di una guerra di rapina aggressiva sia da parte degli Stati Uniti-NATO e della sua forza promotrice, gli Stati Uniti, che da parte della Russia. Il regime di Zelensky è un tutt’uno con l’imperialismo statunitense ed europeo. Sia Putin che la parte USA-NATO hanno ventilato l’uso di armi nucleari; una guerra nucleare potrebbe scoppiare in qualsiasi momento.

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Ieri Belgrado, oggi Kiev. Il fatto decisivo, il dovere assoluto. parla Dušan Popović (italiano – English)

Ecco una splendida testimonianza di internazionalismo proletario rivoluzionario. Per le battaglie del presente c’è tanto da imparare dal passato!

Belgrado allora, Kiev adesso

“Per noi era chiaro che, per quanto riguardava il conflitto tra Serbia e Austria-Ungheria, il nostro Paese era ovviamente in una posizione difensiva. La Serbia difende la sua vita e la sua indipendenza, che l’Austria minacciava costantemente anche prima dell’assassinio di Sarajevo. E se la socialdemocrazia aveva il diritto legittimo di votare per la guerra ovunque, allora certamente lo era soprattutto in Serbia. Tuttavia, per noi, il fatto decisivo era che la guerra tra Serbia e Austria era solo una piccola parte di una totalità, solo il prologo della guerra universale, europea, e quest’ultima – ne eravamo profondamente convinti – non poteva non avere un carattere imperialista chiaramente pronunciato. Di conseguenza, noi, essendo parte della grande Internazionale socialista e proletaria, abbiamo ritenuto nostro dovere assoluto opporci risolutamente alla guerra”.

Dušan Popović, 1915 – militante fin da giovane età del Partito social-democratico serbo, di cui divenne in seguito segretario, si schierò contro i crediti di guerra pretesi dalla monarchia Karađorđević

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