Comunicato SI-Coabas nazionale, gennaio 2018
La legislatura Renzi-Gentiloni si avvia al termine lasciando dietro di sè una vera e propria mattanza nei confronti della classe lavoratrice e di tutti i settori oppressi. La crisi capitalistica, tuttora irrisolta, è stata usata dai padroni e dai loro governi nazionali, locali e continentali, al fine di sopprimere ogni conquista dei lavoratori, civile e sociale, e imporre la legge ferrea del profitto utilizzando sempre di più l’arma del manganello, della repressione e della messa in stato di illegalità’ o di clandestinità forzata di migliaia di lavoratori e proletari che vivono e vengono sfruttati quotidianamente sui nostri territori.
Misure come il Jobs Act, il decreto Minniti-Orlando, il Piano Casa e la “Buona-scuola” (solo per citare i principali interventi governativi) sono il frutto dello stesso, organico disegno perseguito da diversi decenni dalla classe dominante con costanza certosina: affermare, per favorire ovunque, in ogni ambito e aspetto della vita sociale, la dittatura del capitale e dei suoi meccanismi di accumulazione. Meccanismi che, con l’avanzare della crisi, sono sempre più impermeabili ad ogni velleità di riforma o di miglioramento per via istituzionale o parlamentare.
Il peggioramento generalizzato delle condizioni di vita, di lavoro e di reddito per milioni di lavoratori, disoccupati, pensionati non ha prodotto quell’esplosione sociale necessaria ad invertire i rapporti di forza, ma ha al contrario in larga parte alimentato un senso diffuso di rassegnazione e di impotenza, e un rigurgito delle pulsioni razziste, securitarie e xenofobe in ampi settori colpiti dalla crisi. L’ondata di licenziamenti e la condanna di un’intera generazione di lavoratori a un futuro di precarieta’ per mezzo di “riforme” del mercato del lavoro e di tagli alla spesa sociale, ha prodotto in gran parte dei settori sfruttati un duplice fenomeno: da un lato la passivizzazione e il riflusso delle lotte, dall’altro il rifiuto radicale verso le forme tradizionali di rappresentanza sia a livello politico che sindacale (con la crisi verticale di popolarita’ e di consensi dei partiti di sinistra borghese e dei sindacati confederali integrati nello stato).
Questo enorme vuoto, solo in piccola parte colmato e recuperato dai 5 stelle, aiuta a comprendere come mai, secondo illustri sondaggisti, circa il 70% dei giovani non si rechera’ alle urne alle prossime elezioni politiche del 4 marzo.
Un dato che non ci sorprende, tenuto conto che ai giovani studenti il futuro che viene prospettato è quello della precarietà perpetua, del lavoro gratis spacciato per “alternanza scuola-lavoro“, degli stages non retribuiti nel mentre a migliaia di lavoratori viene propinato come unico orizzonte possibile il modello “Marchionne-Amazon”, ossia accettare di essere spremuti come un limone dai padroni e a subire ricatti e minacce di ogni tipo per poi essere buttati via quando non si serve più.
D’altra parte, di fronte a questo tipo di “offerta politica” abbiamo però assistito anche a dei segnali di ripresa delle lotte e del conflitto sui luoghi di lavoro e sui territori. Continua a leggere Il 24 febbraio manifestazione a Roma contro sfruttamento, razzismo e repressione. Per un fronte di lotta anticapitalista