Un primo passo importante è stato fatto: nella riunione del 9 aprile a Roma le organizzazioni e i movimenti firmatari dell’appello che qui pubblichiamo hanno concordato su tutti gli aspetti principali dell’attuale scontro inter-imperialistico che si svolge sul teatro di guerra ucraino.
Ora è necessario ed urgente perfezionare il lavoro fatto ed innalzare il livello dell’attività in direzione di un coerente internazionalismo. Non è sufficiente disapprovare l’invio di armi all’Ucraina se poi si giustificano, in un modo o nell’altro, presunte difese della patria, o se si cerca di mettere in buona luce e giustificare uno dei due contendenti. Questa guerra non si fa né per difendere l’indipendenza dell’Ucraina, né per denazificarla; si fa solo per gli interessi di dominio e di sfruttamento di entrambi gli schieramenti iper-capitalistici contendenti (NATO/USA/UE/Italia da un lato, Russia e suoi alleati dall’altro) – interessi opposti a quelli dei proletari ucraini, russi, europei e di tutto il mondo (pensiamo alla crisi alimentare già in corso in alcuni paesi), che, a seconda dei casi, stanno pagando e pagheranno prezzi pesanti o terribili, chiunque sarà il vincitore. Ed è per questo che lo sforzo appena avviato deve proiettarsi molto oltre i confini nazionali verso collegamenti e iniziative di carattere internazionale e internazionalista. (Red.)
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PER UNA MOBILITAZIONE GENERALE CONTRO GUERRA E CAROVITA!
La guerra in Ucraina è l’ultimo tassello della crisi storica del modo di produzione capitalistico che sta portando l’umanità su di un piano inclinato fatto di scontri inter-imperialistici, escalation militare ed esplosioni a catena di contraddizioni che si intrecciano a livello globale sul piano economico, ecologico, finanziario, sanitario, politico. L’aggressione da parte della Federazione Russa è lo sbocco militare su larga scala di un conflitto che va avanti da anni, è frutto della feroce competizione per il controllo dei mercati, delle materie prime e delle reti di trasporto del paese e dell’espansione ad est della NATO. Il governo russo è stato disposto ad utilizzare l’invasione militare per tutelare gli interessi strategici dei monopoli del proprio campo nello spazio ex-sovietico, mentre USA, NATO e UE stanno combattendo una guerra per procura riempendo di armi e mercenari il governo ucraino – dopo aver sostenuto per anni nazionalisti e neonazisti in quel paese – e ostacolando qualsiasi soluzione diplomatica del conflitto. Per dare un contributo alla lotta contro la guerra – che non può che avere un respiro internazionalista – il nostro compito principale deve essere quello di lottare e denunciare le responsabilità del nostro governo, della NATO e dall’UE, del nostro imperialismo, e combattere contro il nemico in casa nostra.
L’Italia è già in guerra. Lo è con la fornitura massiccia di armamenti al governo ucraino, con il piano di riarmo e con l’aumento delle spese militari, con le migliaia di militari già stanziati con i contingenti NATO in Romania e nei Paesi Baltici, con la propaganda russofobica, con le politiche interne verso un’economia di guerra. Le conseguenze sociali in termini di costi materiali sono e saranno scaricate su lavoratori, lavoratrici e strati popolari con licenziamenti, precarietà, carovita, disoccupazione, l’abbandono anche della finta transizione “green” con il ritorno ad energie inquinanti, l’escalation repressiva e la criminalizzazione delle lotte per pacificare preventivamente il fronte interno.
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