Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa testimonianza di A. Mazzeo da Niscemi su un intervento della polizia contro la dimostrazione del movimento No Muos dello scorso sabato 8 agosto. E’ cambiato il governo (da centro destra a centro-sinistra), è cambiato il ministro degli interni, non è cambiato nulla per quel che riguarda l’azione statale contro le lotte. Un impegno d’onore era, un impegno d’onore resta. Specie quando c’è di mezzo la Nato. Poi, se qualcuno – come noi – definisce lo stato democratico un apparato della repressione di classe, è ideologico…
Mi chiamano da parte mentre ascoltavo gli interventi a fine corteo. “Antonio, ho sentito che stanno preparando i lacrimogeni”. Mi sembra impossibile. Non ci sono state tensioni nel corso della manifestazione. Centinaia di persone con bandiere e striscioni colorati, gli antichi slogan anti-yankee e diverse famiglie con bambini e palloncini al seguito. Mi avvicino al cancello principale dove ragazze e ragazzi battono ritmicamente con il palmo l’inferriata. Dall’altra parte il nervosismo è evidente, ci sono i celerini in tenuta antisommossa e una riproduzione in salsa italiana del VII cavalleggeri.
Francamente il tutto mi sembra scenograficamente rituale e non riesco a immaginare che si pensi davvero di punire l’appuntamento No MUOS con l’ennesima stupida prova di forza istituzionale. C’è però un tizio in camicia azzurra, testa calva e barbetta alla moda, che si mostra scomposto e pronuncia proprio la parola lacrimogeni. Non lo conosco ma credo sia il funzionario PS a cui è stata delegata la gestione della piazza. Dentro e fuori dalla base militare USA decine di agenti in polo e borsello filmano ossessivamente ogni dettaglio. Un mastino stile robocop si affianca al capo in camicia azzurra con un candelotto in mano. “Ok. Andiamo!”.
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