Ecco gli 8 morti sul lavoro di lunedì 16 gennaio, di Carlo Soricelli – Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro

Andrei Perepujniy, operaio moldavo di 31 anni, morto schiacciato da un carico di ghiaia in una cava di proprietà di Remo Mosole, tra i comuni di Spresiano, Villorba e Maserada in provincia di Treviso, in quella Zaialand, in quel Veneto “felice”, che è battuto solo dalla Lombardia nella classifica degli “omicidi bianchi”, sempre impuniti.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa nuova denuncia di Carlo Soricelli, che cura da 15 anni l’Osservatorio nazionale morti sul lavoro, che chi segue questo blog già conosce. Con un paio di precisazioni: 1) quando Soricelli afferma che “nessuno, come al solito, si degna di rispondere e di chiedermi un confronto”, si riferisce alle istituzioni, all’Inail, etc. – e qui c’è, insieme, un suo atto d’accusa sacrosanto, e una forse persistente illusione sull’impossibile conversione delle istituzioni democratiche, che sono istituzioni del capitale, dell’assassino impersonale di cui lui registra i delitti, alla cura della vita dei lavoratori salariati; 2) per quanto ci riguarda, noi che invece apprezziamo il suo lavoro e la sua denuncia, lo abbiamo esortato a non desistere, e stiamo ragionando con diversi componenti della Rete nazionale lavoro sicuro e altri compagni, affinché l’Osservatorio non solo non chiuda, ma ampli ed articoli ulteriormente la sua attività in un’ottica sia di corretta e integrale registrazione di questa strage quotidiana di proletari/e e lavoratori/lavoratrici, sia di prevenzione delle cause – per quanto è possibile ottenere, con la la lotta e l’organizzazione operaia, in regime di spietato capitalismo, di economia di guerra, quale l’attuale. (Red.)

Oggi (17 gennaio ) i morti di ieri, quelli li pubblico tutti; sfioriamo in questo momento già i 50 morti complessivi dall’inizio dell’anno. I  miei report e grafici sulle morti sul lavoro dell’intero 2022 li sto mandando a tutti, ma nessuno come al solito, si degna di rispondere e di chiedermi un confronto, ma quello delle morti è un “tesoro” loro, io metto in discussione il loro racconto minimalista. Ma nel 2022 ci sono stati 1499 lavoratori morti per infortuni complessivi, 757 di questi sui luoghi di lavoro.

Mario Vergine di 68 anni cade dal tetto della porcilaia della sua azienda agricola, era salito sul tetto del capannone per fare opera di manutenzione.

Andrei Perepujniy (nella foto) era moldavo, aveva solo 31 anni, è stato travolto da un carico di materiale pietroso che un camion stava scaricando, la sua bambina di 5 anni era appena giunta dalla Moldavia per stare con il suo papà.

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15 anni di monitoraggio dell’Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro. Un bilancio – Carlo Soricelli

Il 31 dicembre si sono conclusi 15 anni di monitoraggio con l’Osservatorio che aprii il 1° gennaio 2008 per ricordare i sette lavoratori della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima.

Volevo ringraziare quei milioni di italiani e non solo che hanno visitato il blog e l’andamento dei morti sul lavoro in queste 15 anni

Chi dire di questi 15 anni?

Che in fondo alla nostra classe dirigente non ha importato nulla di queste tragedie, lo denuncio da 15 anni: solo dei laconici “mai morti sul lavoro” poi mai niente di concreto. La solitudine è stata la caratteristica di questi 15 anni, per non parlare di ostracismo, diffidenza, derisione, un nemico come mi diceva un importante giornalista e questo perché mettevo in discussione con i miei “morti” la loro narrazione minimalista che copre inefficienza e anche cose poco chiare come la gestione dei soldi sulla Sicurezza.

Nei grafici le vere dimensioni del fenomeno se si contano tutti i morti e non solo i morti per infortuni non assicurati a INAIL

Sono morti complessivamente oltre 19.000 lavoratori, una cittadina che scomparsa, 19.000 famiglie portate all’inferno, perché è di questo che si tratta, non c’è più niente di più atroce che perdere un proprio caro che muore sul lavoro quasi la metà morte sui luoghi di lavoro, oltre 9.450

Sono in contatto con tantissimi familiari di morti sul lavoro; che hanno perso figli e figlie, genitori, fratelli, padri, nonni: la loro sofferenza è inenarrabile con le parole, diverse morti sono davvero impressionanti per come sono accadute; bruciati vivi, schiacciati da rulli e compattatori, dilaniati da lame, soffocati da miasmi, schiacciati dal trattore, caduti dall’alto, fulminati, dilaniati da macchinari ai quali erano state tolte le sicurezze come Laila  o Luana; insomma una galleria degli orrori su questa terra

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