Il testo messo in rete da Marco Ferrando (d’ora in poi M.F.) inizia con una serie di citazioni di Lenin sull’autodeterminazione sulle quali l’accordo è talmente scontato da non doversi commentare. Altrettanto scontate sono le prime righe che propongono una linea di demarcazione dal campismo filoputiniano (ma io direi: da tutta l’impostazione campista!) e dal puro pacifismo. E se il testo continuasse su questa falsariga proponendo “…iniziative unitarie e caratterizzate”, si potrebbe davvero fare una discussione salutare. Invece, non senza avvitamenti e zig-zag, il testo, insieme alla condanna di imperialismi di ogni tipo, indefiniti nel tempo e nello spazio, va a parare a dare il sostegno all’armamento dell’Ucraina, il che significa alla prosecuzione e all’allargamento della guerra. Non lo imbarazza affatto, così sembra, che dietro e al fianco (o al comando?) dell’Ucraina di Zelensky ci sia l’intero schieramento delle potenze imperialiste occidentali, poiché a suo avviso è “naturale” che nei conflitti inter-imperialistici una potenza sfrutti il terreno della resistenza di una nazione contro l’aggressore rivale – naturale, senza altra aggettivazione.
Ciò che rende per me inaccettabile nel metodo e nel merito l’analisi di M.F. è l’incomprensione della natura e delle caratteristiche del conflitto in atto, che non è tra l’imperialismo russo e la nazione ucraina sottomessa (forse si pensa ancora alle borghesie nazionali invocate da Stalin?). Le dichiarazioni dei massimi rappresentanti dei paesi NATO, fino a quella odierna di Stoltenberg e al gran consulto di guerra di Bruxelles, avrebbero dovuto far capire a chiunque che si tratta di una guerra USA-NATO contro Russia (non trascurando una strizzatina d’orecchio alla Cina) condotta militarmente sul territorio dell’Ucraina, usando cinicamente la popolazione ucraina in una guerra per procura.
Continua a leggere In risposta a Marco Ferrando, sulla guerra in Ucraina, di Pasquale Cordua. Replica del PCL e contro-replica