Nel pomeriggio e nella serata di oggi, 28 novembre, decine e decine di città della Francia, a cominciare da Parigi, Bordeaux, Strasburgo, Rennes, Montpellier, sono state riempite da grandi e forti cortei per protestare contro le continue, brutali violenze della polizia, corredate spesso da insulti razzisti, e contro il progetto di legge sulla “sicurezza” voluto da Macron e dal ministro degli interni Gérard Darmanin (il project de loi “sécurité globale”) che prevede, tra le altre cose, la punizione di chi osi documentare le azioni della polizia. Uno spettro molto ampio, quello degli organizzatori, mentre i bersagli preferiti dei manifestanti sono stati il ministro degli interni e Didier Lallement, il capo della polizia di Parigi. Inutile dire che da Hollande a tutto il parterre dei personaggi “di sinistra” si sono sollevate critiche per gli “eccessi” della polizia – il problema è che non di eccessi si tratta, ma come ben sanno i gilet jaunes, e più di loro gli immigrati e i richiedenti asilo, la brutalità dei comportamenti polizieschi è la norma, ormai, specie nella città di Parigi. E a questa brutalità si aggiunge, naturalmente, la demonizzazione dei bersagli della brutalità poliziesca. Nei giorni scorsi l’ineffabile ministro degli interni ha perfino osato assimilare i dimostranti contro la polizia alle “camice brune”, il gruppo paramilitare d’assalto facente capo al partito nazista. E questo ha acceso ancor più la piazza contro di lui.
Proprio ieri, in vista della giornata di proteste di oggi, abbiamo ricevuto dalla Francia una lettera indirizzata a Darmanin, vibrante di indignazione e di odio di classe, che volentieri pubblichiamo (la trovate tradotta piu’ in basso). Guarda lontano, senza dubbio; ma altrettanto lontano guardano coloro i quali, in tutta Europa e fuori, invece di combattere con più efficacia la diffusione della pandemia, rafforzano la polizia, introducono leggi infami e prassi liberticide, e progettano eserciti e guerre. Quanto sta accadendo in Francia ci serva da esempio e da pungolo.
A Monsieur le ministre de l’ordre
Vous vous êtes autorisé à exprimer une notoire salissure morale à l’attention d’un mouvement populaire soutenu par la grande majorité des citoyens français. Par votre expression faisant référence à la peste brune de triste mémoire, vous avez de toute évidence joué à l’adresse de l’ opinion, la carte de l’assimilation des violences contre l’exploitation capitaliste à une dérive nazie. Puisque vous semblez avoir l’art de l’avilissement, nous venons sur vôtre votre terrain pour en neutraliser tant soit-peu … la toxicité!
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