“Lavora, taci o ti sparo”: i padroni non si pongono più limiti – Skatenati Electrolux

Riceviamo e volentieri ospitiamo questa segnalazione-denuncia dei compagni dell’Electrolux di Susegana. Ci permettiamo solo di chiedere loro, che appartengono alla “opposizione” in Cgil, se l’intera burocrazia della Cgil, a cominciare dai suoi vertici, non abbia una speciale responsabilità nel permettere ai padroni ogni genere di comportamento brutalmente anti-operaio, e se non sia il caso di prenderne definitivamente atto. (Red.)

I PADRONI NON SI PONGONO PIÙ LIMITI.

Cornuda (TV): padrone di una piccola media impresa punta la pistola, in reparto, contro una operaia che chiedeva di essere pagata.

LAVORA, TACI O TI SPARO. ECCO I NUOVI PADRONI.

La mancanza del necessario conflitto diffuso sostituito dalla scuola di sudditanza e reverenza “al sior Paron” suggerita dai più ai dipendenti, non porta più né benessere e non ha mai portato emancipazione e dovuto rispetto, né dignità. È una sciocchezza imperdonabile di dimensioni immane non voler prenderne atto della deriva presente quasi ovunque nelle imprese contro i lavoratori, ed in particolare verso gli operai; è grave negare per non voler rendersene tutti conto e dover reagire.

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Lo sfruttamento del lavoro domestico non ha nazione – Comitato 23 settembre

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa documentata denuncia della ‘sorte’ delle lavoratrici domestiche etiopi costrette all’emigrazione.

Lo sfruttamento del lavoro domestico non ha nazione!

L’emigrazione delle donne e delle ragazze del sud del mondo è sempre più un fenomeno internazionale e di massa. L’Etiopia, uno dei paesi africani più popolosi e più poveri, non sfugge a questa legge: basato su un’economia agricola di sussistenza, per gli 11 milioni di giovani in cerca di lavoro l’emigrazione è spesso una scelta obbligata. Per le ragazze, in particolare, le possibilità di lavoro sono ancora inferiori, mentre incombe su di loro la minaccia di matrimoni precoci. Le famiglie stesse le spingono a cercare lavoro nelle città e nei centri urbani, ma soprattutto all’estero, nei ricchi paradisi degli stati del Golfo e in Libano. Il lavoro di ragazze e bambine viene utilizzato per sopravvivere e saldare i debiti. Molte, anche giovanissime (13/15 anni), partono spinte dal desiderio di aiutare le loro famiglie ma anche di rendersi indipendenti dalla miseria e dalle costrizioni dell’ambiente in cui sono vissute.

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6 dicembre. Per un mondo con zero morti sul o da lavoro, da Torino al Qatar!, di Totire, Soricelli, Luzzi

6 dicembre 2022 : giornata, di memoria, lutto, riflessione, azione e speranza per il futuro

Per un mondo con zero morti sul/da lavoro

Il 6 dicembre 2022 è il 15° anniversario della orrenda strage operaia della Tyssenkrupp causata dalla omissione dolosa di misure di prevenzione ; rimuovere la scadenza sarebbe impossibile ma soprattutto deleterio e segno di grave rassegnazione ; considerato il drammatico reiterarsi di stragi e di morti di lavoratori in Italia e nel mondo negli ultimi decenni (da Torino al Qatar) una serie di associazioni di base di familiari delle vittime e di lavoratori si mobiliteranno perché la memoria di questi eventi non venga tradita e al contrario alimenti, anche nella scia del tentativo di elaborazione dei lutti e di vicinanza ai familiari , azioni finalizzate alla prevenzione di eventi analoghi a quello che stiamo ricordando ; secondo fonti attendibili (OMS/OIL) nel 2016 nel mondo ci sono stati 2 MILIONI di morti sul lavoro e 90 milioni di anni di vita persi con un rilevante incremento rispetto al 2000; in Italia i morti “ufficiali” per eventi acuti sono almeno (in quanto sottostimati) 1400 ogni anno; bisogna fermare la strage!

le associazioni invitano dunque lavoratori, cittadini , associazioni sindacali , studentesche e politiche democratiche ad esprimere nella giornata del 6 dicembre i loro sentimenti di lutto in ricordo delle vittime con drappi neri e con la accensione di candele (o comunque azioni simboliche simili ) e ad organizzare incontri pubblici per riflettere collettivamente su come agire nell’immediato futuro affinché a tutti/e venga garantita la stessa speranza di vita di salute e di benessere lavorativo;

troppe volte abbiamo gridato con rabbia e disperazione “mai più”; oggi dobbiamo concretamente costruire le condizioni perché quello slogan non rimanga solo una vaga speranza.

Le associazioni promotrici: AFEVA – associazione familiari vittime dell’amianto, Associazione in memoria di Mattia Battistetti OdV ,Familiari delle vittime Tyssenkrupp Demasi, Rodinò, Marzo, Lavoro e salute (rivista), Medicina Democratica, Rete nazionale lavoro sicuro

Numerosissime le adesioni già pervenute; per ulteriori adesioni e per annunciare la propria presenza: vitototire@gmail.com 333.4147329

Incontro pubblico martedì 6 dicembre 2022 Cassero s. Stefano Bologna

Circolo anarchico A. Berneri ore 17.30: Quali azioni per contrastare la strage di lavoratori da Torino al Qatar

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Ricordiamo Adil, ucciso nella lotta – SI Cobas

La violenza padronale è quasi sempre impunita. L’assassino di Adil è stato lasciato libero dopo pochi giorni, ed è stato accusato di “omicidio stradale”. Non ci stupisce. Gli organi dello Stato, forze dell’ordine e magistratura in testa, intervengono sempre più pesantemente contro gli scioperi, a fianco dei padroni, anche quando questi calpestano i diritti dei lavoratori.

Un anno fa, il 18 giugno 2021 Adil Belakhdim, coordinatore del SI Cobas di Novara, veniva deliberatamente investito e ucciso da un camionista uscito dal magazzino Lidl di Biandrate (NO) contromano.

Ricordiamo Adil nel primo anniversario dell’uccisione perché la violenza padronale deve avere come risposta l’aumento della determinazione alla lotta per la difesa.

Leggi anche:

Non è stato un incidente: Adil è stato ammazzato in nome del profitto! – SI Cobas, postato il giugno 18, 2021

Assassinato il coordinatore SI Cobas di Novara, Adil Belakhdim, mentre era al picchetto dello sciopero – un crimine collettivo dei padroni e del governo Draghi – TIR, postato il giugno 18, 2021

Non si trattò di una fatalità, né di un caso isolato. Sono decine ormai gli episodi in cui gli autisti sono incitati dalle aziende a sfondare i picchetti. È una forma di violenza padronale, come l’ingaggio di bodyguard per aggredire i picchetti da parte di Zampieri per conto di Fedex, come i numerosi licenziamenti di lavoratori “colpevoli” di lottare per migliori condizioni. 

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Le ultime imprese di Elon Musk (Tesla)

Il capitale statunitense più avanzato è competitivo a condizione di continuare a spingere all’indietro, negli stessi Stati Uniti, la condizione operaia e la classe operaia.

Le agenzie di stampa Bloomberg e Reuters hanno portato alla luce le ultime imprese di Elon Musk in materia di organizzazione del lavoro, orari di lavoro e licenziamenti, annunciate ai dipendenti di Tesla dal padrone in persona con alcuni messaggi.

“Tornate a lavorare in ufficio o vi caccio. Lavorate duro e lavorate qui”, così sono stati efficacemente riassunti i primi due messaggi. I destinatari sono impiegati e manager, essendo escluso per gli operai in produzione il lavoro da remoto. Il divieto di ‘smart working’ non è assoluto, ma la possibilità di svolgerlo (in modo parziale) ha una precisa, non negoziabile, condizione: “Tutti quelli che intendono lavorare da remoto devono essere in ufficio per un minimo (e sottolineo ‘un minimo’) di 40 ore a settimana. Questo è meno di quanto chiediamo agli operai in fabbrica”. Chi non ritorna perché non accetta una simile condizione, si ritenga licenziato.

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