
“La sorte delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati è la sorte di tutti”. Assemblea a Mestre, sabato 20 maggio, con P. Basso, A. Milani, M. Malocaj, M. Jaramillo, A. Zemenfes, A. La China, K. Bekkal
25 anni fa veniva approvata la prima legge “organica” sull’immigrazione in Italia: la Turco-Napolitano. Da allora sono stati 25 anni di leggi contro gli immigrati e le immigrate, e di guerre neo-coloniali ai loro paesi di provenienza. Poco importa se al governo ci fosse il centro-sinistra o il centro-destra, anche se le misure più odiose portano il nome di Minniti, Salvini e Meloni-Piantedosi. E hanno fatto scuola nell’Unione europea.
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Questa è la registrazione integrale dell’assemblea organizzata dal nostro blog, dal Comitato permanente contro le guerre e il razzismo di Marghera e dalla TIR sabato 22 aprile a Mestre, a cui hanno partecipato come correlatori militanti dell’Osservatorio Popolare di Bagnoli, del Movimento NO Pfas, dell’Assemblea No Tav – Vicenza, e a cui sono intervenuti un’attivista di Ultima Generazione e un compagno albanese.
La partecipazione è stata modesta (poco più di 30 presenti), ma chi avrà l’interesse di ascoltare la registrazione, potrà giudicare sulla qualità e la riuscita del confronto, decisamente inusuale, che abbiamo proposto tra militanti internazionalisti rivoluzionari e militanti dei movimenti ecologisti. Si tratta solo di un inizio, da tutte/i i presenti giudicato positivo. (Red.)
Milano, 11 giugno. Assemblea per rilanciare l’iniziativa di classe internazionalista contro la guerra imperialista in Ucraina – Fc, Fgc, Iskra, Tir
La guerra in atto tra il blocco USA-NATO-UE e Federazione Russa nel territorio ucraino conosce una continua escalation dagli esiti imprevedibili. Sul campo, centinaia di migliaia di soldati combattono un conflitto sanguinosissimo, con una terribile distruzione di vite umane e ambientale, dando così l’idea di quale apocalittica catastrofe potrebbe essere, per l’umanità e la natura, una nuova guerra mondiale in pieno ventunesimo secolo.
I governi del blocco imperialista euro-atlantico spingono furiosamente perché il massacro prosegua e si allarghi “fino all’ultimo ucraino”, inviando ingenti quantità di aiuti militari in ogni forma – fino alla fornitura di proiettili all’uranio e alla riaffermazione della dottrina dello “strike first” rispetto all’impiego dell’arsenale atomico statunitense. La propaganda di guerra di Putin e del governo russo non sono da meno, ed esprimono la chiara volontà di proseguire la guerra fino al raggiungimento dei propri obiettivi, alla base della decisione strategicamente ponderata di garantire in questo modo gli interessi della propria borghesia.
Lo scontro bellico in atto in Ucraina appare sempre più come un momento di svolta epocale, in cui la competizione inter-imperialista per il controllo di risorse, infrastrutture e tratte commerciali, mercati e territori strategici scende sul piano militare su una scala enorme, con il confronto a tutto campo tra il tentativo degli USA di mantenere la propria posizione apicale e la volontà da parte di un nuovo blocco in formazione attorno a Cina e Russia di affermare un nuovo assetto internazionale.
È, al tempo stesso, una guerra con pesanti ricadute anche sui lavoratori dei paesi che, per ora, non hanno proprie truppe massicciamente sul campo. È partita una frenetica corsa mondiale al riarmo con giganteschi piani di spese militari, con cui tutti i paesi cercano di farsi trovare più pronti possibile ad ogni evenienza in un contesto di rapida dislocazione di forze tra i blocchi imperialisti e dentro di essi.
Il passaggio ad un nuovo ordine mondiale “multipolare” non sarà in alcun modo pacifico ed indolore. Chi lo sostiene, esprime una posizione opposta agli interessi del proletariato e delle masse oppresse di tutto il globo: un mondo “multipolare”, costituito strutturalmente da campi imperialisti in accesa e costante competizione tra loro, produrrà una tendenza alla guerra sempre più acuta, e un peggioramento globale delle condizioni di vita e di lavoro della classe lavoratrice.
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Rilanciare l’iniziativa di classe, internazionalista contro la guerra imperialista in Ucraina e la preparazione di un nuovo massacro mondiale
A più di un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, alcuni dati di fatto appaiono incontestabili:
1. Lungi dall’avviarsi a finire, o anche solo a fermarsi con una provvisoria tregua, la guerra in atto tra NATO e Russia nel territorio ucraino conosce una continua escalation dagli esiti imprevedibili. Sono in particolare gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Polonia a spingere furiosamente perché il massacro prosegua e si allarghi “fino all’ultimo ucraino”. La decisione della Corte penale internazionale dell’Aia di incriminare Putin e la fornitura a Kiev di armi sempre più offensive e letali – da ultimo caccia bombardieri e proiettili all’uranio impoverito – non lasciano alcun dubbio a riguardo. All’Ucraina di Zelensky è stato dato l’ordine di impegnare sul campo e provocare la Russia fino al totale esaurimento delle proprie forze, fino all’auto-distruzione.
2. L’avvio della “operazione militare speciale” da parte della Russia di Putin non è stato un folle gesto di disperazione, ma una decisione ponderata strategicamente da parte del governo russo per perseguire gli interessi della propria borghesia e dei propri monopoli, portando la competizione con gli Stati Uniti, l’UE e i loro alleati per il controllo di risorse, infrastrutture e tratte commerciali, mercati e territori strategici, anche sul terreno militare. E nel terribile bagno di sangue di questa nuova guerra avanza in modo ormai esplicito la rivendicazione, da parte di Mosca e non solo, di “un nuovo ordine mondiale multipolare”. La decisione di invadere l’Ucraina, infatti, è stata presa dal governo russo sapendo di avere dietro di sé, accanto a sé, o almeno in posizione non ostile, oltre il “partner strategico” Cina, una serie di potenze regionali che, se non esprimono aperta ostilità nei confronti del blocco imperialista euro-atlantico, quanto meno non riconoscono nel mondo “unipolare” a guida statunitense l’unico orizzonte possibile per l’affermazione degli interessi delle proprie borghesie.
3. Lo scoppio della guerra aperta tra NATO e Russia in Ucraina sta provocando una rapida dislocazione di forze tra i blocchi imperialisti e dentro di essi. Gli Stati Uniti hanno profittato della mossa della Russia per infliggere all’UE, e in specie alla Germania, colpi durissimi sia quanto agli approvvigionamenti energetici, che nella costruzione degli assi commerciali con la Cina. Ciò ha provocato un brusco freno alle spinte all’“autonomizzazione” dagli Stati Uniti dell’UE e dei singoli paesi membri. Ma la recente sortita di Macron dimostra che ai vertici dell’UE, non solo a Parigi, c’è comunque l’intenzione di proteggere in qualche modo i propri interessi dai brutali ricatti della vecchia super-potenza. Importanti cambiamenti in politica estera stanno riguardando anche l’Arabia Saudita, la Turchia, l’Egitto, l’intero Medio Oriente, e sono legati alla intensa tessitura di fili economici e diplomatici che Pechino sta mettendo in atto a scala globale, attraverso i rapporti bilaterali, i Brics, l’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione, la nuova Via della Seta, etc. Un quadro di estrema confusione nel quale tutte le grandi e le medie potenze si muovono per guadagnare in proprio “spazio vitale” e risorse, e allontanare da sé, scaricandolo sui concorrenti, il rischio di una violenta esplosione degli antagonismi di classe.
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