Sintesi dell’intervista fatta a fine settembre 2022 da Revolutionary Left Radio (USA) al Fronte ucraino dei lavoratori sulla guerra ucraino-russa

Di seguito una sintesi dei diversi punti toccati durante l’intervista, che può essere ascoltata in versione integrale a questo link: https://revolutionaryleftradio.libsyn.com/ukraine.

1- Presentazione del Fronte dei lavoratori dell’Ucraina

E’ un’organizzazione giovane che nella crisi della sinistra in Ucraina, oggi particolarmente drammatica, vuol formare un partito di avanguardia per i lavoratori. Fa agitazione principalmente attraverso i social networks ed un sito internet. Stabilisce rapporti internazionali. Organizza circoli di studio, svolge attività di difesa legale, vuol fare un’azione di tipo umanitario.

2 – Sulle cause dell’invasione russa

La guerra come prosecuzione della contesa imperialistica sulle ricche risorse del pase, nonché sulla sua forza-lavoro e la residua industria di era sovietica. L’invasione come tentativo del capitalismo monopolistico russo di riprendere la posizione di forza persa nel 2014 con il riorientamento verso Occidente della politica ucraina. Sull’interesse statunitense ad indebolire la Russia, e in genere sulla guerra in Ucraina come preludio di una nuova guerra mondiale.

3 – Sulla responsabilità dell’espansione ad Est della NATO

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Il marxismo ucraino e l’invasione russa – Fronte dei lavoratori dell’Ucraina, Lev Sergeev

Riprendiamo e traduciamo dal sito del Workers’ Front of Ukraine un secondo e più ampio intervento sulle radici della guerra in corso e la posizione che i marxisti non adulterati debbono assumere dinnanzi ad essa, contro di essa. Anche in questo caso, come nel testo precedente, ci sarebbero da discutere molte cose, a cominciare dall’idea particolarmente ingenua, e priva di fondamento, che il capitalismo sia nato in Ucraina e in Russia d’improvviso, e pressoché dal nulla, dopo la dissoluzione dell’Urss nei primi anni ’90. Ma confidiamo che ci sarà tempo e modo di farlo con loro, e con compagni che la pensano come loro, a partire proprio dallo schieramento fondamentale assunto in questa guerra che ci fa sentire vicini questi compagni. In questa seconda traduzione ci pare più corretto denominarli Fronte dei lavoratori dell’Ucraina, anziché, come nella prima traduzione, Fronte operaio dell’Ucraina (Red.)

Fronte dei lavoratori dell’Ucraina. Il marxismo ucraino e l’invasione russa

di Lev Sergeev

La guerra russo-ucraina è nel pieno del suo svolgimento: sta andando avanti da un mese ormai. L’autore di questo articolo ha avuto l’opportunità di prendervi parte personalmente come membro delle formazioni ucraine. Nel frattempo, durante tutto il conflitto, il Fronte dei lavoratori dell’Ucraina, in quanto principale organizzazione marxista-leninista nel nostro paese, non ha smesso di riferire sulle posizioni dei comunisti su questioni urgenti legate a questa guerra. Il primo articolo intorno a cause e natura dell’attuale conflitto è stato pubblicato poco prima dell’inizio della guerra. Diversi materiali essenziali sono stati e continuano a essere pubblicati dall’inizio della guerra. Per comprendere appieno il nostro punto di vista, vale la pena leggere tutte queste pubblicazioni, di cui ce n’è in abbondanza. E ora che la situazione ha raggiunto una certa maturità, possiamo riassumere brevemente le opinioni dei comunisti ucraini e sottolineare i punti salienti dell’atteggiamento del Fronte dei lavoratori dell’Ucraina nei confronti della guerra.

È ben noto che la politica è l’espressione concentrata dell’economia e la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi (violenti). Cos’è l’economia contemporanea? È una varietà grande e molto diversificata di capitali. Ma essi sono piuttosto uniformi sotto un aspetto: ognuno di essi rappresenta valore. La differenza tra loro emerge solo se li compariamo: si scopre che un capitale vale più del secondo, il terzo vale più di questi due insieme, il quarto vale persino meno del secondo, ecc. Nella loro totalità, formano un sistema molto complesso di relazioni tra di loro, prendendo ciascuno il proprio posto sotto il sole. Ma questo complesso sistema è messo in moto dal seguente semplice fattore (insieme ad altri): il capitale non può stare fermo; o aumenta o diminuisce. Dopotutto, cos’è il capitale? Si tratta, in sostanza, di un valore specifico utilizzato per realizzare una determinata operazione, che dovrebbe, al suo completamento, mostrare un valore incrementato – in qualche modo più significativo di quanto inizialmente investito in tale operazione – per portare profitto. Sì, sarebbe anche possibile sprecare o sperperare l’intero profitto o farlo con ogni profitto successivo. Ma prima o poi la bella vita finisce: non bisogna dimenticare che il capitale non esiste nel vuoto; altri capitali lo circondano, il mondo dei capitali è molto affollato e il mercato molto limitato. È un mondo di una corsa senza fine, un mondo della guerra di tutti contro tutti: la competizione (temporanee alleanze sono certamente consentite, ma non cambiano il quadro generale). Per sopravvivere in esso, è necessario gestire saggiamente i profitti, sforzarsi di utilizzare ogni profitto per aumentare i profitti successivi, far crescere il capitale e investire nello sviluppo e nell’espansione del business con ogni mezzo. Chi lo fa, ha una possibilità di successo a lungo termine; chi non lo farà, sarà fregato e sicuramente andrà in bancarotta. Inoltre, più grande è il capitale, maggiore è il suo arsenale di mezzi per sopprimere la concorrenza. E la concorrenza, come ogni lotta, genera vincitori: grandi affari. Essa dà anche forma e regna sovrana nel summenzionato complesso sistema di relazioni tra tutti i capitali. È un ordine economico mondiale in cui le grandi aziende (e le grandi banche) si accaparrano la fetta maggiore del mercato mondiale con i loro network e dettano le regole del gioco da più di cento anni. Ma nessuna azienda, per quanto gigantesca, può riposare sugli allori perché il suo posto è costantemente minacciato da aziende concorrenti, grandi e piccole, tra le quali sussiste a propria volta un rapporto di rivalità. Un buon soldato aspira a diventare un generale, e un buon capitale aspira a diventare sempre più grande e più grande all’infinito, distruggendo i concorrenti.

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Parole d’ordine diverse, per una sola verità – Fronte dei lavoratori dell’Ucraina (m-l)

Traduciamo dal blog del Workers’ Front of Ukraine questo testo che fornisce degli elementi particolari utili a scavare sotto la retorica della propaganda di guerra, mandandola in pezzi. In questo caso si tratta della propaganda di guerra russa. Ma in altri testi di questa organizzazione m-l la critica si volge alla retorica nazionalista della ‘propria’ borghesia, accusata di avere svenduto l’Ucraina ai capitali occidentali in cambio di prestiti, e mette capo – per quello che riguarda il conflitto armato in corso – alla prospettiva disfattista “guerra alla guerra” valida per entrambi i campi in scontro.

Il valore di questi testi non è solo nelle analisi che contengono, che non debbono essere necessariamente condivise in toto, quanto nel porsi davanti a questa guerra, in uno dei paesi belligeranti in cui impazza il nazionalismo anti-russo, dal punto di vista degli interessi della classe operaia, del proletariato, della comune umanità tanto ucraini quanto russi, che stanno pagando per questa “guerra imperialista”, scoppiata “per la rispartizione dei mercati”.

Sappiamo poco di questa organizzazione e dei suoi militanti, ma quel poco che stiamo via via scoprendo ce li fa sentire vicini, compagni della stessa lotta contro questa guerra e contro le guerre del capitale, della stessa lotta per la rivoluzione sociale anticapitalista. (Red.)

Città bombardate nell’ex Jugoslavia, Iraq e Afghanistan distrutti e mutilati, una Libia precedentemente prospera precipitata nella povertà assoluta, migliaia, milioni di tragiche morti ad Algeri, in Vietnam, in Corea. Cosa ci dice questo elenco di fatti dell’amara storia della guerra? Ci dice una sola cosa: l’Ucraina sta seguendo in pieno le orme di questi paesi.

Come gli altri disgraziati paesi compresi in questa lista, siamo diventati vittime della guerra imperialista, vittime di una guerra che ha già falciato migliaia di vite, portato lacrime a donne e bambini, distrutto città, prodotto povertà, spinto la gente a lottare per il pane. Le guerre sono il fenomeno più tragico dell’umanità; le guerre sono la morte delle persone come produttrici di vita, la morte dell’umanità, la perdita di tutti i segni di appartenenza all’umanità. Rimangono solo i tratti genetici, dal momento che i riflessi di sopravvivenza erano andati perduti durante il periodo di pace. E si vorrebbe usare parole altisonanti per decantare il valore di una nazione, la guerra per proteggere la Patria, il diritto degli ucraini alla propria cultura, ma lasciamo queste questioni per la fine, e per ora citiamo alcune parole che sono popolari nella sinistra:

“Non c’è crimine che il capitalista non commetterebbe per un profitto del 300%”.

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